domenica 26 dicembre 2021

Ivan Camurri ci ha lasciato. "Barba Nera" ci lascia il suo sorriso e il suo insegnamento:" Non arrendersi mai".

Una triste notizie apre la giornata del 26 dicembre, Ivan Camurri ci ha lasciato. 

In questi giorni abbiamo scritto del suo ricovero in ospedale per indagare su una massa a livello del cuore, CLICCA QUI per il post, in quell'occasione si dava risalto alla sua grande tenacia, alla sua voglia di vivere riassunta in una frase "Come chi non si arrende mai" e con quell'accenno a Barba Nera, il nome da lui scelto per i social, quasi a volergli dare un mantello da supereroe, un potere dell'invincibilità che protegge da qualsiasi avversità. 

Anche ieri in occasione dei classici auguri di Natale, la "letterina" a Babbo Natale si chiudeva con la richiesta di riportare la salute a Ivan (QUI per l'augurio), purtroppo il destino ha deciso diversamente. 

Ivan, 35 anni, lascia la moglie Agnese e il piccolo Francesco e noi vogliamo ricordarlo così tra le sue montagne, felice e sorridente con la sua bella famiglia. 

Agnese ha dato l'annuncia della scomparsa con queste parole: "Ivan se n'è andato. E' dentro a ognuno di noi con il suo sorriso e negli occhi del bimbo Francesco". 

Il piccolo di casa ha poco più di due anni, ma siamo certi che crescerà con il grande insegnamento che gli ha lasciato il suo papà  "Non arrendersi mai". Da parte di Bio Correndo e di tutto il mondo runner un grande abbraccio fraterno ad Agnese e a Francesco.

L'ultimo saluto avrà luogo giovedì 30 dicembre, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale di Alagna. Il Rosario sarà celebrato alle 18.00 di mercoledì 29 dicembre.

Non sono particolarmente religioso, ma le parole di questa preghiera sono ormai un mantra che condivido per salutare Ivan.

La preghiera del podista

Signore, fa che nella magica quiete della corsa solitaria,

come nella severa asprezza della competizione,

io possa temprare, oltre ai muscoli, il mio spirito,

fino a renderlo limpido come acqua di roccia,

generoso come il sole che ci scalda.

Fa’ che dall’assidua pratica sportiva,

io tragga tanta forza da superare

le più difficili prove della vita,

senza mai conoscere sgomento,

né sconforto, né disperazione.

Su cento gare una sola vittoria concedimi,

quella su me stesso,

sulle mie debolezze,

sulle mie insufficienze.

Donami pure sobrio fardello

come s’addice a chi corre,

ma concedimi di vivere oggi

l’infinita bellezza di quanto ci circonda.

Consenti infine, che al termine

di questa inebriante corsa che ha nome Vita,

possa io, serenamente,

cedere il testimone ad altri più giovani,

lieti di proseguire l’interrotto mio canto della Tua Gloria.

E così sia.



1 commento: