giovedì 22 agosto 2013

La meta del viaggio è il viaggio stesso

Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta, il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare. Tiziano Terzani

Tramonto a Magomadas (OR)
La corsa è introspezione e in una delle mie corse lente rigeneranti il ragionamento filava e ad avvalorare la mia interpretazione di questo mio momento sportivo, una delle tante chiacchierate notturno lavorative con Daniele, coppia fissa nelle ultime notti alessandrine. Raccontare a qualcuno quel che si è pensato a volte dà una dimensione diversa, come se il suono della voce modifichi la validità del pensiero o, come in questo, accresca la convinzione del ragionamento.
Il prologo è durato fin troppo. Porsi un obiettivo ha senso? Sì, ce l’ha eccome, per chi come me ha la competizione marchiata a fuoco nel DNA, non ci si può esimere dal fissare un traguardo da raggiungere, senza, verrebbe meno lo stimolo per allenarsi, per ricucirsi una spazio durante la giornata quando parrebbe non esserci o quando la stanchezza o la semplice pigrizia consiglierebbe di starsene in casa o in giardino con un bel bicchiere di vino rosso e La Stampa da sfogliare placidamente. Ma quale obiettivo e come sceglierlo?!

Per il prossimo autunno ho in programma due appuntamenti scelti uno per la voglia di testarmi su una distanza abbandonata da quasi tre anni e l’altro per riabbracciare un gruppo di Amici e correre in un luogo che sento mio. Ma è il modo corretto per il mio sentire attuale? Mi sono posto la meta giusta? Da luglio ho iniziato un nuovo percorso, con nuove sensazioni; un approccio podistico diverso che porterà e sta già portando una nuova conoscenza e coscienza di me. Un ciclo di allenamenti lungo tre mesi e spiccioli nei quali le emozioni e gli adattamenti si susseguiranno. Fatica, gioia, contrarietà, entusiasmo, scoramento, stupore, tutti stati emotivi che ognuno di noi, podisti o praticanti di altri sport, prova durante una preparazione lunga, intensa ed organizzata. Un viaggio appunto quello intrapreso da luglio a ottobre potrà essere vanificato da una eventuale prestazione sotto le aspettative? Un giorno di malumore per un ipotetico traguardo mancato potrà spazzar via tre mesi vissuti così intensamente? No, non possono. Le emozioni per esempio provate nell’allenamento di martedì Clicca Qui non me le porterà via nessuno, quel sapore dolce amaro della fatica mista alla pace interiore e alla soddisfazione per aver portato a termine un allenamento duro con più di trenta km sulle gambe nei due giorni precedenti, sono uno dei motivi che mi spinge ad uscire a qualsiasi ora e con qualsiasi clima. La scarica endorfinica che subentra durante la corsa è la sostanza stupefacente di noi podisti, sempre grati e dipendenti dall’ipotalamo che secerne quest’ormone di cui  non possiamo fare a meno e allora ben vengano i traguardi da raggiungere, ma godiamoci ogni singolo giorno ogni singolo allenamento, il Qui ed Ora orientale e il Viaggio nella sua complessità!

8 commenti:

  1. una la meta, tante e strade: comunque buon viaggio.... :)

    RispondiElimina
  2. Mi ci riconosco davvero in quelle parole...luis

    RispondiElimina
  3. Ne ho parlato in risposta ad un commento del mio ultimo post:
    "disciplina si ma... sempre incline al lato emotivo. Il nostro è uno sport duro e difficile, renderlo piacevole non è sempre facile, ma possibile".

    RispondiElimina
  4. Pare che la similitudine allenamento-viaggio sia ricorrente in voi che avete commentato (grazie), forse è la vita che un viaggio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Faustooo...non marzullarti!!!!!

      Elimina
    2. Ahimè ogni tanto scantono verso quella direzione :-))

      Elimina
  5. La vita è si un viaggio, importante avere ben chiara la meta....

    RispondiElimina