Si è sempre a tesserne le lodi o a dispiacersi di un infortunio o a stupirsi per un rientro super flash che suona strano doversi occupare di uno stereotipo che non si possa associare ad una persona che di mestiere vive nel mondo dello sport a contatto con una realtà aperta e di luoghi distanti.
Ieri, in una intervista al Corriere della Sera, a firma di Aldo Cazzullo e Flavio Vanetti (QUI ma solo per abbonati) hanno scosso i social, ma non solo, due risposte agli intervistatori: alla domanda sulla partecipazione delle donne che hanno affrontato un processo di transizione di genere alle gare femminili:" A livello di sport, un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto"
Ma soprattutto. - Ci sono omosessuali tra gli atleti? - La risposta lascia di sasso. "Tra le donne qualcuna sì. Tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitz".
Tante le alzate di scudi, perfino ministeriali. Il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Ivan Scalfarotto:" Leggo con sgomento che secondo Sofia Goggia un atleta gay non sarebbe in grado di fare una discesa libera. Prima di dire cose del genere, gentile Sofia, converrebbe fermarsi a pensarci due volte: la velocità è un vantaggio in gara ma con le parole può diventare un grosso problema".
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