Foto di copertina La Press (Roma 2016)
Oltre alle interviste lette sui quotidiani o sui giornali on line ci si aspettava la reazione della WADA (CLICCA QUI) che è arrivata a stretto giro di posta, con una posizione netta, precisa, tagliente ecco, con 48 ore di riflessione è arrivata quella di World Athletics, la federazione internazionale chiamata in causa dal Giudice Pelino. All'epoca dei fatti era IAAF che è il nome che compare nella sentenza, oggi la denominazione è cambiata, ma non la struttura organizzativa.
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"Il signor Schwazer non potrà partecipare a competizioni internazionali fino al 2024. Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell'atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas), sulla base di quelle che possono essere descritte solo come teorie di manipolazione inverosimili. World Athletics preferisce non commentare la decisione delle Autorità Italiane di non perseguire l'atleta per il crimine di doping. Questa è una questione di legge nazionale. La Wada si è unita a World Athletics nel rifiutare completamente qualsiasi suggerimento di manipolazione in questo caso. World Athletics ha recentemente difeso con successo un appello dell'Atleta al Tribunale Federale Svizzero che chiedeva una revisione della sentenza del Tas sulla base della presunta manipolazione".
Il comunicato in effetti non aggiunge nulla di nuovo, se non la convinzione che quanto stabilito dal TAS sia corretto. E' vero, ma lo sapevamo già, Schwazer allo stato attuale non può tentare la qualificazione per le Olimpiadi perchè la squalifica applicata è valida e in vigore fino al 2024, ma quanto stabilito dal Tribunale di Bolzano può essere la novità che serve per procedere ad una revisione della sentenza del procedimento sportivo.
Nel processo penale italiano esiste proprio la "revisione" quale strumento straordinario di ricorso ad una sentenza passata in giudicato quando emergono fatti nuovi non conosciuti all'epoca della sentenza, da quanto emerso in questi giorni sembra che anche quella sportiva abbia una figura simile. Il marciatore altoatesino e il suo staff opterà per la scelta migliore, anche se come lui stesso ha dichiarato in questi giorni, l'importante per la sua persona non sono le Olimpiadi di Tokio, ma la verità emersa con la sentenza del Tribunale di Bolzano
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