Foto a cura di Bruno Parodi
Due le distanze previste, una 60 con 3300 metri di D+ e una distanza più breve, 32 km con 2000 metri circa di D+. 260 i classificati complessivi con una preferenza nei numeri per la corta, nomi importanti per entrambe le manifestazioni. I big scaldano i motori in vista de Le Porte di Pietra del 15 maggio?
(titolo italiano trail lungo e qualificazione mondiale!?)
Suggestiva la partenza nei pressi del teatro Ariston, ma la città lascerà presto spazio ai sentieri wild dell'entroterra ligure. Nella 60 km (91 classificati) vede la vittoria di Kevin Vermeulen (Team Matryx) in 6h11'55", secondo Ugo Ferrari (Faizane Runners Team) in 6h32'50" chiude il terzetto dei migliori Patrick Bringer (Team Evadict) in 6h37'15", tra le donne la migliore è la piemontese Chiara Giovando (Atletica Monterosa) in 8h10'20", a stretto giro di posta Laura Besseghini (Atletica Alta Valtellina) in 8h13'50", 3° gradino del podio per Guendalina Sibona in 8h37'57".
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Big piemontesi nella 32 (170 classificati). Vittoria per l'atleta di Omegna Riccardo Borgialli (Team Salomon) in 2h36'13", seconda piazza per Anthony Felber (Team Matryx) in 2h36'16", 3° Davide "Dede" Cheraz (Team Salomon) in 2h36'59". 4° un altro piemontese Giulio Ornati (Team Salomon) in 2h44'07".
Tra le donne successo per Stefania Merlo in 3h47'11", 2^ Laura Fanfani (Il ponte Scandicci) in 3h55'52", 3^ Serena Guidi (Club Marathon Imperia) in 4h00'37".
Una chiacchierata con Chiara Giovando, l'occasione per sapere com'è andata e com'è maturata la sua vittoria.
Complimenti per la vittoria! La classifica propone i distacchi che non raccontano la storia della gara, qual è stata la dinamica?
"Mal comune mezzo gaudio". Così esordisce Chiara. "Le partenze erano individuali a blocchi di 20 - 25 atleti. 5" tra un concorrente e l'altro e 6' fra i vari gruppi. Si partiva in base ai punti Itra, ho scoperto di averne tanti e così mi sono ritrovata a partire fra le prime donne. Davanti a me Lisa Borzani che è partita 6' prima, mentre quella che poi si è classificata 2^, Laura Besseghini, era davanti a me ed è partita 20" prima. Anche se era buio alla partenza l'avevo sempre a vista anche se nel bosco spesso non si capiva dove andare, pochi segnali, ho anche pensato che gli organizzatori fossero stati sabotati per la carenza di balise"
Foto di domenica a cura di Silvia Reds
Chiara è un fiume in piena, la voglia di raccontare non le manca e 60 km di gara sono lunghi e hanno più momenti salienti...
"Ho recuperato presto Laura. Al 20° km circa abbiamo colmato il gap di 6' con Lisa Borzani e abbiamo corso insieme per un tratto. Al 21° ad un incrocio non c'era nessun addetto e nemmeno dei segnali per capire quale direzione prendere. Su iniziativa di Lisa abbiamo deciso di tornare indietro perchè un km circa prima c'era un addetto al percorso. Questo ci dice che in quel punto doveva essere una persona a indicare la direzione. L'addetto presente lo chiama con una "radiolina" e dice di essere al suo posto. Ripartiamo ed effettivamente lo troviamo. Innervosite ripassiamo da quel punto, ma non c'è tempo per fermarsi per lamentarci, i km da correre sono ancora tanti"
Ancora 40 km di gara. Avete proseguito insieme?
"Mi sentivo bene, ho aumentato il passo e mi ha seguito solo Laura con cui abbiamo scambiato anche qualche parola. Il trail è diverso dalla corsa in montagna dove il cuore spinge sempre a mille e difficilmente il ritmo permette di parlare. Al 30° cambio ancora il passo e inizia un'altra gara, in completa solitaria. Il percorso cambia in modo evidente. Fino a quel momento ci sono stati diversi punti in cui non era segnalato adeguatamente ed anche sul percorso c'era qualche albero e qualche segno del maltempo, forse di una alluvione; nella seconda parte invece era pulitissimo e ben segnalato, senza possibilità di sbagliare strada"
Prima per distacco e una gara per metà in solitaria. Soddisfatta?
"Sì, lo sono anche perchè il percorso non era affatto banale. Tecnico, le radici a vista che non permettevano di correre forte in discesa, il fango e anche un passaggio con le corde. Dal prossimo trail devo pensare ad avere una traccia sull'orologio. Il bello del trail è anche orientarsi senza tecnologia, ma per non rischiare di essere fuori dai giochi della classifica è meglio attrezzarsi".
Dopo tante corse in montagna e qualche trail ecco un'ultra maratona. Sensazioni?
"Oggi ho le gambe rotte", ridiamo, ma poi l'analisi si fa seria. "Fino al 50° km tutto bene, le sensazioni sono ancora buone, potevo provare a forzare, dopo ho dovuto gestirmi per chiudere bene. Le mie gare preferite sono sui 32 km con 2000 mt di D+ dove alimentazione e idratazione sono gestibili senza troppa organizzazione e poi a me piace a correre, tirare, spingere. Su una 60 il discorso cambia. Tutto deve essere calibrato in modo diverso. Tra l'altro non correvo 40 km dal mondiale in Patagonia, era novembre 2019."
Continua Chiara...
"Voglio ringraziare gli organizzatori che hanno avuto il coraggio di proporre questo evento permettendoci di correre e gareggiare. Sono stati bravi anche per le misure anticovid: ristoro con porzione monodose, distanziamento, partenze scaglionate e tante indicazioni sul come comportarci nei vari momenti".
Ed ora? Quali sono gli obiettivi?
"Cercare la qualificazione ai mondiali di trail lungo a Cantalupo Ligure a Le Porte di Pietra. Credo che correrò ancora un trail, non così lungo, a fine marzo, mi piacerebbe correre il 21 marzo la Biella Piedicavallo che anche se su strada, è l'occasione per far girare le gambe per non perdere ritmo e velocità e poi le gare di Claudio Piana sono sempre ben organizzate. Farò ancora un lungo prima del 15 maggio senza arrivare troppo stanca. Sono una neofita in questo campo, ci saranno atlete molto forti, vedremo come andrà"
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