giovedì 10 settembre 2020

60 anni fa Abebe Bikila vinceva scalzo la maratona olimpica di Roma. Un episodio epico che ha cambiato la storia della maratona


60 anni fa il 10 settembre 1960 un uomo corre verso l'arco di Costantino, sta per vincere la maratona olimpica, rappresenta l'Etiopia ed è scalzo. 

E' Abebe Bikila


Chi non ha sentito narrare questa storia? Quasi una leggenda, un racconto epico. 
Abebe Bikila non era il favorito, anzi la maratona dei Giochi olimpici rappresentava solo il suo terzo appuntamento con la distanza dei 42,195 metri. 

Figlio di un pastore, guardia del corpo dell'Imperatore Hailé Selassié, Bikila si avvicina all'atletica tardi, a Roma ha 28 anni ed è da soli 4 anni che gareggia. Il governo di Selassiè ha organizzato una maratona tra i corpi militari, vince Bikila e viene notato dal talent scout finlandese Onni Niskaen che inizia ad allenarlo. 

I partecipanti alla maratona sono 69 provenienti da 35 Paesi, il favorito è il russo Popov capace di un tempo di 2h15'17", sulla linea di partenza anche Bikila, magrissimo e scalzo, le scarpe che doveva indossare sono troppo strette e non ce ne sono altre, per paura delle vesciche preferisce correre senza.
Dopo i primi 10 km il gruppo si sgrana, al comando rimangono in 4, il belga Van den Driessche, il britannico Keily, il marocchino Rhadi Ben Abdesselem e Bikila.  A metà gara rimangono in due, i due africani, inizia il testa a testa, il marocchino tenta qualche allungo, ma Bikila non cede, i suoi piedi nudi volano leggeri anche sui sanpietrini.
E'Bikila invece ad effettuare un allungo prolungato dall'obelisco di Axum fino all'arrivo sotto l'Arco di Costantino, Il cronometro di ferma a 2h15'16", record mondiale e primo africano a vincere una maratona olimpica. 
L'oro di Bikila diventa un simbolo, il simbolo della forza di volontà, del talento puro contro le risorse dei Paesi più ricchi. 



Al suo rientro in Patria Bikila viene accolto come un eroe, l'Imperatore gli regala una Volkswagen, un maggiolone. Proprio mentre si trova alla guida dell'auto Bikila avrà un grave incidente nel 1969, dopo però aver vinto l'oro anche a Tokyo 1964 con un nuovo record.
Bikila rimane paralizzato dalla vita in giù, non è però un uomo arrendevole e si cimenterà nel tiro con l'arco paralimpico, specialità con cui parteciperà alle Olimpiadi paralimpiche di Heidelberg del 1972, passerà poi al ping pong e persino alle corse delle slitte in Norvegia. 
Abebe Bikila morirà il 25 ottobre del 1973 a causa di un'emorragia cerebrale. 


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