venerdì 31 luglio 2020

Claudia Gelsomino, una F50 da record si racconta

Claudia Gelsomino, tesserata per la P.B.M Bovisio Masciago (MB), è una evergreen della corsa. 
Non è carino rilevare l'età di una donna, ma nel caso dello sport non è un segreto e in questo caso in particolare riveste una nota di merito, Claudia è nata  il 3 settembre del 1969, inserendola nella sua categoria è una F50, ma una F50 da record. 

Il palmares della Gelsomino è ricchissimo su cui spiccano due medaglie d'oro europee di categoria nella mezza maratona e nella 10 Km. Nel 2019 riscrive la storia della sua categoria migliorando il record italiano nei 10 km a marzo a Parabiago con 36'27" e di mezza maratona a Lugano con il tempo di 1h20'02" e di maratona col tempo di 2h53'25". 

Claudia si è raccontata in una lunga intervista ad Affari&Sport, team di cui fa parte insieme a tanti altri campioni, come Simone Pessina, Davide Raineri, Ivana Iozzia solo per citarne alcuni. L'occasione è quella di un periodo di allenamento in altura a Livigno, dove si è trovata a correre con gli Azzurri. 
Un modo per conoscere meglio questa instancabile runner e perchè no, per "rubarle" qualche piccolo segreto. 
 


Come si fa a vivere sempre al massimo?

“Penso che il mio punto di forza siano serietà e costanza negli allenamenti. Non li salto mai, corro sei giorni su sette alla settimana. E oggi grazie al mio coach Lamberto Pessina faccio allenamenti ancora più pesanti e duri di qualche anno fa. Arrivo al massimo a 90km alla settimana, con 3 lavori specifici il martedì, giovedì e la domenica se non gareggio. Gli altri giorni è solo corsa di rigenerazione, molto molto lenta, a 5’ al km. Il lento lo farei a 4’25” ma ho visto che è troppo tirato”.

 

Conosciamo la tua serietà e il tuo impegno ma avrai pure un segreto…

“No assolutamente. Ovvio sto attenta e mangio molto equilibrato tra carboidrati, proteine, frutta e verdura. Ma nessuna pozione magica. Come tantissimi, assumo degli integratori per affrontare le gare più lunghe e reintegrare i sali minerali perduti, Omega3 per la salute dei tendini, mi alleno e ascolto il mio corpo”.

 

Hai appena trascorso tre settimane in altura, a Livigno, come è andata?

“Era qualche anno che non mi rifugiavo a Livigno, ho approfittato del fatto che stavo svolgendo lo smart working e mi sono trasferita. Prima di partire ero piuttosto stanca e svogliata, ma poi mi sono molto divertita. In pratica, mi sono portata dietro la tabella che svolgo a Milano ma con la “difficoltà” intrinseca dell’altura. E poi, si sa, a Livigno è anche bello passeggiare su per montagne, quindi capita di fare una sorta di doppio allenamento”.

 

A Livigno è facile incontrare tanti top runner, chi hai incontrato?

“Da questo punto di vista Livigno è molto stimolante, vedere i gruppi di top che si allenano è uno spettacolo puro per chi, come me, prova una passione sincera per l’atletica. Quest’anno ho incontrato i fratelli Crippa, Eyob Faniel, Stefano La Rosa e l’allenatore Ruggero Pertile, oltre alla grandissima Valeria Straneo. Tutti loro sono stati gentilissimi, mi hanno sempre incitata quando passavano in gruppo, è stato galvanizzante, considerando che ho svolto i lavori in pista in contemporanea con loro e che ero la più lenta in prima corsia, con l’ulteriore aggravante che tenere i ritmi veloci è molto più difficile in altura. Mi sono allenata spesso anche sul giro dedicato ad Anna Incerti. Aria fresca e tempo libero permettono di riposare meglio e rendere più fruttuosi gli allenamenti, già domenica ho corso al Parco di Monza e mi è sembrato di volare”.

 

Cosa consigli a chi vuole svolgere la preparazione in altura?

“Innanzitutto, di non strafare, specialmente alla prima esperienza il corpo impiega molto più tempo ad adattarsi. La prima volta che mi sono allenata in altura, anni fa, ho impiegato 10 giorni prima di acclimatarmi. Successivamente, grazie alla memoria che il corpo conserva dell’esperienza, come ricordo mi disse anche il dr. Enrico Arcelli, l’adattamento avviene molto più velocemente. E’ indispensabile evitare di sovraccaricarsi in termini di numero di km e velocità eccessive, si corre solo il rischio di farsi male, per questo, meglio non fare paragoni con i ritmi che si gestiscono normalmente”.

 

Con un curriculum come il tuo si pensa sempre a grandi imprese, oltre che a battere i tuoi stessi record, cosa hai in mente?

“Quest’anno, a causa del COVID19 non si sono svolte tantissime gare a cui avrei voluto partecipare, per ora ho in mente i Campionati Italiani Master su Pista del 9/11 ottobre ad Arezzo, correrò i 10000m e poi speriamo che si possa ritornare alla normalità, non solo per le gare naturalmente”.

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