venerdì 5 giugno 2020

Quale futuro per l'Ambiente? Nella giornata mondiale la notizia della terribile uccisione di una elefantessa in India

La giornata mondiale dell'Ambiente cade il giorno dopo la notizia che tra fine maggio e inizio giugno, in India nella zona del Kerala, una elefantessa incinta di due mesi, sia morta in seguito alle ferite riportate per aver ingerito una ananas imbottito di petardi che, esplosi in bocca e nella pancia, le avrebbero causato delle ferite tali da portarla alla morte.
Non subito, ma dopo alcuni giorni; immagino in preda a dolori lancinanti.

Al peggio non c'è mai fine. Gli adagi popolari, per quanto abusati, sono precisi nel raccontare un momento e quello che stiamo attraversando è decisamente buio, privo di scienza e coscienza. La quarantena poteva essere davvero il momento per rinsavire; la costrizione in casa doveva regalare nuovi spunti di riflessione partendo dalla lettura. Libri, giornali, non importa; la formula magica per creare un pensiero e non formulare quello di altri, è lì a portata di mano, tanto semplice e banale quanto difficile da trasmettere come concetto. Ci credevo e ci crederei ancora, ma da quel 7 marzo dove veniva annunciata l'Italia zona arancione, le acredini sono aumentate, il confronto e le divergenze acuite su ogni campo, complottisti di ogni forma e colore cresciuti come l'erba dopo una pioggia primaverile.

No, non ne siamo usciti migliori e no, non abbiamo imparato nulla da questo periodo, se non il modo per essere ancora più distanti, non nella forma fisica, ma in quella di comprensione e accettazione di un pensiero che non sia di colpevolizzare qualcuno, non importa chi, basta che ci sia all'orizzonte un soggetto a cui rivolgere l'indice.

In questo scenario cupo possiamo parlare oggi di politiche ambientali, di misure economiche green, di energia pulita, di misure nazionali e internazionali di crescita "verde"? Non solo si deve, ma dovrebbe - dannato condizionale - essere un obbligo morale per i politici. A fianco, se non sullo stesso binario del sostegno all'economia in un periodo storico così difficile, servirebbe la lungimiranza politica di focalizzare alcuni punti prioritari imprescindibili da una progettualità economica classica. I mutamenti climatici, l'emergenza "plastica" interconnessa alla salute dei mari e del suolo, le biodiversità, la questione "agricoltura" bio sostenibile; argomenti che al giorno d'oggi hanno il timbro dell'utopia, della distanza dalla realtà delle cose, come se fossero interessi secondari rispetto ad altre emergenze. E se invece fosse proprio questo il problema?

Aver dimenticato che il concetto di Natura, o peggio volerlo volontariamente allontanare,  è strettamente correlato a quello di casa, è l'indice primario della non cura, della distanza materiale e morale da comportamenti individuali e collettivi virtuosi. Ecco, ci sono cascato. Usare il termine virtuosi implica un pensiero di anormalità verso un atteggiamento che dovrebbe rientrare nella cultura di ogni persona.

Non ne siamo usciti migliori dall'emergenza sanitaria, non è mai troppo tardi per cambiare.


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