sabato 9 maggio 2020

Felicia Bartolotta, una mamma speciale. Il 9 maggio 1978 veniva ucciso Peppino Impastato

Quand'è la festa della mamma? E perchè Peppino Impastato per l'ouverture su Bio Correndo? Ancora, quanto conta la "Bellezza" in una comunità?


3 domande che hanno un filo logico e non sono disgiunte come potrebbe sembrare ad una prima lettura. Le mamme, soprattutto per gli italiani, sono figure se non angeliche, quanto meno portanti nel ruolo di genitore; la tanto declamata parità anche in quell'ambito è solo formale ed è così il legame mamma - figlio/a , passato magari il periodo della contestazione adolescenziale, vive di una sorta di magia, quella della linfa del cordone ombelicale presente nonostante le distanze e il trascorrere del tempo. Certo non è questa la storia di tutti; ma il concetto di Amore della madre o verso la mamma è trasversalmente riconosciuta.

Domani è la festa della mamma. In tanto confondono l'8 di marzo, festa della donna, "applicando" tout court il giorno 8 al mese di maggio per la festività che invece in Italia è stata stabilità con la 2^ domenica di maggio.

Domenica e non ieri come erroneamente proposto sui social da qualcuno, è la festa della mamma; una speciale per una donna e un'immagine, lo scatto di copertina, diventata iconica, ritrae la signora Felicia Bartolotta con la foto del figlio. Peppino Impastato.

Una donna straordinaria che ha dovuto sopportare quel dolore straziante della morte del figlio per mano della mafia e che ha lottato per tutta la vita nella sua Cinisi per far emergere la verità sulla morte del figlio e far sì che i responsabili venissero perseguiti e condannati.

Voglio credere che tutti sappiamo chi sia Peppino Impastato perchè la sua storia è quella di un uomo coraggioso che ha svolto il ruolo di giornalista senza piegarsi al volere della criminalità organizzata, ma soprattutto senza cedere alle pressioni e alle minacce fino al sacrificio più grande; quello della morte. Il 9 maggio 1978 veniva fatto esplodere sui binari ferroviari con l'intento di farlo passare per un suicidio tramite un attentato dinamitardo.

Fu però subito chiaro che era stato zittito per sempre da coloro che aveva attaccato e messo in luce le malefatte senza giri di parole, senza la prosa edulcorata di chi si piega alla forza intimidatrice delle organizzazioni mafiose. Succede però che da quel momento finisce la sua vita, terminano le sue inchieste giornalistiche, ma il suo esempio a distanza di 42 anni è ancora vivo e fonte di ispirazione e ammirazione per tanti; così come per mamma Felicia la cui storia è stata raccontata in un film per la tv nel 2016 e sempre in quell'anno, a dodici anni dalla morte, è stata insignita come "Giusta" nel Giardino dei Giusti di tutto il  mondo di Milano.

E la bellezza in tutto questo? E' famosa la frase di Peppino Impastato "Se si insegnasse la bellezza alla gente la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà". Un concetto inclusivo, parola tanto in voga in questi anni; dove l'esteriorità lascia spazio all'estetica, alla cultura, all'esperienza della poesia, della letteratura, dello studio nelle sue forme più ampie che secondo Impastato permettono alle persone di emergere come essere umani; un pensiero tanto forte quanto mai attuale e forse ancora oggi non espresso e non sentito dalla comunità.

Se non avete visto il film I Cento Passi (quelli realmente distanti dalla casa di P.I. e il boss Tano Badalamenti che lo fece uccidere) è il giorno o il fine settimana giusto per colmare questo vuoto e se avete dei figli in età scolare pre adolescenziale c'è un libro "facile e veloce" per loro: Il dono del re dei pesci.







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