giovedì 16 aprile 2020

Luis Sepulveda si arrende al Coronavirus. La morte non porta via il suo lascito culturale

E' morto Luis Sepulveda.
4 parole che insieme formano uno stato d'animo di subbuglio, di tristezza, d'incredulità forse no; certamente il grande dispiacere per la perdita di uno scrittore che ha accompagnato tanti pomeriggi e sere di lettura.

Il 2 marzo l'annuncio della malattia. Aveva contratto il Coronavirus, un aggiornamento dopo qualche settimana da parte della moglie dove semplicemente veniva riportato che era stabile, ma sempre in terapia intensiva. Oggi all'età di 70 anni, ne avrebbe compiuti 71 il 4 ottobre, la morte a Oviedo.

Se ne va una delle voci del Sud America, del Cile che si ribella al regime di Pinochet; una penna narrante le storie della sua terra, da esiliato, da innamorato della sua gente, quella che ha lottato per l'ideale di libertà. Se ne va fisicamente un pezzo della mia storia di post adolescente, restano i suoi scritti, la sua voglia di raccontare, la sua storia di Uomo di Cultura.

"Non serve a niente una porta chiusa: la tristezza non può uscire e l'allegria non può entrare"







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