martedì 28 aprile 2020

Il Piemonte "malato d'Italia" una fase 2 prudente. In forse l'apertura all'attività motoria?

Il DPCM del Governo non ha rasserenato il mondo degli sportivi; situazione economica a parte, nella giornata di ieri è esplosa la richiesta di precisazioni sul come si potrà affrontare la ripresa all'attività sportiva.
Si può correre/andare in bici anche fuori dai confini comunali? Si potrà prendere l'autovettura per raggiungere luoghi congeniali alla corsa come parchi, argini, sentieri di montagna o strade di collina?

L'unica risposta possibile a questa domanda è che si devono attendere le ordinanze regionali per scoprire cosa si potrà fare nel proprio territorio.




Il punto sul Piemonte è doveroso in questo momento. Aldilà del servizio di Report della settimana scorsa che ha evidenziato le criticità nella gestione dell'emergenza Coronavirus, sono i numeri a rendere la regione l'osservato speciale in questo momento. 2^ regione per numero di contagi con una triste rimonta prima sul Veneto e poi sull'Emilia Romagna. La Stampa definisce il Piemonte "Il malato d'Italia" con i suoi 356 contagi ogni 100.000 abitanti con il picco proprio ad Alessandria (755 su 100.000 e 533 vittime, un quinto o quasi del totale in Regione).

Ieri la notizia che il Governatore Cirio non aderirà ad alcune scelte fatte dal Governo Conte e previste nel DPCM in vigore dal 4 maggio:

"I medici e gli scienziati ci dicono che è necessario in questo momento mantenere una linea di rigore. Una linea che confermiamo e che va di pari passo con la consapevolezza che il Piemonte ha bisogno di ripartire e di un nuovo equilibrio. Il Governo, con appositi protocolli di sicurezza, ha dato il via libera alla riapertura delle attività produttive e questo avverrà anche in Piemonte. Ma alla luce dei dati attuali, riteniamo invece necessario nella nostra regione essere prudenti sulle attività sociali e su determinate attività commerciali, come ad esempio il take away, che possono creare situazioni di assembramento difficilmente gestibili, soprattutto nelle grandi città come Torino dove ci sono quartieri in cui si sono già create situazioni complesse dal punto di vista dell’ordine pubblico. Stesso discorso vale per gli spostamenti verso le seconde case, che consentiremo solo in un secondo momento quando le condizioni lo renderanno possibile. Queste riflessioni sono state oggetto, oggi, di una condivisione anche con il Comitato tecnico scientifico e, nei prossimi giorni, ci confronteremo con i prefetti e i rappresentanti delle istituzioni locali per analizzare l’evoluzione del contagio e definire le prossime misure”.

Questo il comunicato apparso sulla pagina della Regione Piemonte. No dunque al take away e nemmeno il raggiungere le seconde case. "Prudenza" sembra essere la parola chiave di Alberto Cirio dove quella che doveva essere la fase 2 sarà forse un prolungamento di quanto vissuto fin ora dai piemontesi con qualche concessione.

Anche per la questione mascherine Cirio sembra indirizzato a seguire una linea diversa da quella prevista dal Decreto in vigore dalla prossima settimana. Il Piemonte non potrà prescindere dall’uso obbligatorio delle mascherine... noi invece le imporremo dalla prima decade di maggio"

Certo è che tutto dipenderà dalla evoluzione o involuzione della situazione. Nell'analisi e prospettiva del raggiungimento dei contagi zero per il Piemonte il giorno fissato è il 21 maggio se così fosse sarà forse possibile da quel momento ragionare su una fase 2 reale, ma il principio della prudenza sembra essere il faro nella programmazione regionale.

E' indubbio, pensiero strettamente personale che non vuole essere una visione pessimistica ma contestuale al ragionamento rispetto ai dati e alla prudenza, che è difficile pensare che l'attività motoria in Piemonte possa avere un ripartenza come per altre realtà che hanno già dal 27 ripreso senza vincoli di prossimità all'abitazione come in Liguria e nemmeno che possa avere un liberi tutti dal 4 maggio con le prescrizioni previste dal DPCM del 26 aprile.

Intanto l'assessore Marco Gabusi anticipa sulla sua pagina social che alle 19 ci sarà un incontro per parlare di negozi di abbigliamento, palestre e sport. La speranza è quella, qualsiasi decisione verrà presa, di avere un dispositivo (ordinanza) in grado di soddisfare ogni domanda senza lasciare spazio a interpretazioni o a rimandare a FAQ e precisazioni.



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