sabato 14 marzo 2020

Tra le vittime del coronavirus anche un soccorritore del 118 di 46 anni

Diego Bianco lo aveva capito. Aveva capito di essersi ammalato, a un collega aveva detto: "Mi sento come se mi avesse tirato sotto un camion, ma ce la faremo". Diego Bianco invece non ce l'ha fatta.


E' mancato ieri mattina dopo essere stato sottoposto  al tampone per il covid 19 giovedì.
Diego aveva solo 46 anni ed era un soccorritore del 118.

Nelle ultime settimane aveva passato ore e ore al telefono della centrale del 118 per cercare di prestare soccorso o anche solo tranquillizzare chi aveva a che fare con il sospetto del coronavirus, quello stesso virus che ha contagiato una dozzina di suoi colleghi e che a lui è stato fatale.

La volontà di prestare soccorso a chi stava male lo ha accompagnato per tutta la vita, aveva iniziato a lavorare come conducente di ambulanze, aveva poi vinto il concorso come operatore tecnico per gli Ospedali Riuniti di Bergamo.

I colleghi ne ricordano la tranquillità anche nelle emergenze più complicate, la sua esperienza sul campo lo aiutava a capire meglio la situazione e spesso tornava a fare il soccorritore.
Attualmente lavorava presso la centrale operativa del Soreu delle Alpi con sede all'interno dell'ospedale Papa Giovanni dove arrivano chiamate anche da Brescia e Sondrio.

Sabato 7 marzo Bianco ha iniziato ad avvertire i sintomi della febbre, nella stessa giornata altri 8 operatori, 4 medici e 6 infermieri non sono stati bene.
Probabilmente Bianco è stato contagiato proprio da un collega, ma si sa i soccorritori come le forze dell'ordine, i vigili del fuoco devono andare in direzione contraria. Il loro mestiere li porta ad andare incontro al pericolo quando l'istinto consiglierebbe di non farlo.
Purtroppo a volte non va tutto bene e Diego ha dovuto lasciare suo moglie e suo figlio di soli 8 anni prima ancora che arrivasse l'esito del tampone.


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