Stupore, meraviglia, emozione ma anche curiosità, sofferenza finanche disgusto. Positività e negatività; con un minino di sensibilità, mai indifferenza.
Questa la percezione di chi "vede" l'immagine, per chi si trova dietro l'obiettivo la percezione è un'altra. Trovare il momento perfetto, il "Capolavoro" (Mauro Berruto e il suo libro mi ha irrimediabilmente condizionato), l'attimo atteso o imprevisto che fa vibrare il dito sul pulsante che imprimerà qualcosa di speciale. A volte è questione di tempo, di attesa, di preoccupazione che l' "attimo" non arriverà; altre invece è magia, quel momento inatteso che si è presentato come un regalo, proprio nell'istante in cui l'occhio era nel "mirino" e il pensiero in sinergia con il corpo e l'ambiente per fermare per sempre quel singolo frammento di vita.
Retorica? Forse o forse per chi non è "Un clown e non è alla caccia di attimi". Heinrich Boll è sempre un faro in questo.
Il preambolo sarà forse più corposo della notizia. E' di oggi la notizia che il premio Wildlife photographer of the year è stato assegnato a Sam Rowley; una foto che nelle settimane scorse era già girata sui social network. Due topi che lottano sulla banchina della metropolitana londinese. La sfida fra i due durò il battere di un ciglio prima che uno dei due si impossessasse di una mollica di pane e scappasse via.
Un soggetto, il topo, che certamente non è nell'immaginario collettivo, ma che in questo scatto assume un valore diverso, di meraviglia e di stupore, proprio quelle emozioni positive dell'incipit. Curiosa la definizione di Rowley in un'intervista:" Stavo proprio aspettando i topi". Strana attesa, ma alla fine ha avuto ragione lui.
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