mercoledì 12 febbraio 2020

I topi che lottano. Il Capolavoro premiato con il Wildlife photographer of the year

Le immagini sono sempre foriere di sentimenti diversi.
Stupore, meraviglia, emozione ma anche curiosità, sofferenza finanche disgusto. Positività e negatività; con un minino di sensibilità, mai indifferenza.


Questa la percezione di chi "vede" l'immagine, per chi si trova dietro l'obiettivo la percezione è un'altra. Trovare il momento perfetto, il "Capolavoro" (Mauro Berruto e il suo libro mi ha irrimediabilmente condizionato), l'attimo atteso o imprevisto che fa vibrare il dito sul pulsante che imprimerà qualcosa di speciale. A volte è questione di tempo, di attesa, di preoccupazione che l' "attimo" non arriverà; altre invece è magia, quel momento inatteso che si è presentato come un regalo, proprio nell'istante in cui l'occhio era nel "mirino" e il pensiero in sinergia con il corpo e l'ambiente per fermare per sempre quel singolo frammento di vita.

Retorica? Forse o forse per chi non è "Un clown e non è alla caccia di attimi". Heinrich Boll è sempre un faro in questo.

Il preambolo sarà forse più corposo della notizia. E' di oggi la notizia che il premio Wildlife photographer of the year è stato assegnato a Sam Rowley; una foto che nelle settimane scorse era già girata sui social network. Due topi che lottano sulla banchina della metropolitana londinese. La sfida fra i due durò il battere di un ciglio prima che uno dei due si impossessasse di una mollica di pane e scappasse via.

Un soggetto, il topo, che certamente non è nell'immaginario collettivo, ma che in questo scatto assume un valore diverso, di meraviglia e di stupore, proprio quelle emozioni positive dell'incipit. Curiosa la definizione di Rowley in un'intervista:" Stavo proprio aspettando i topi". Strana attesa, ma alla fine ha avuto ragione lui.



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