Proprio sul traguardo l'ugandese Jacob Kiplimo viene affiancato e superato dal keniano Kandie Kibiwott.
Un risultato che può essere visto e interpretato da due punti di vista diametralmente opposti.
Immagino il racconto dopo la corsa dei due atleti,l'entusiasmo del vincitore Kibiwott che ripercorre la dinamica della gara, il momento in cui ha deciso di provarci, di aumentare il ritmo, di non cedere alla fatica e di non dare la corsa per scontata.
Le competizioni si corrono sino alla fine e vince chi supera per primo la linea del traguardo.
Un esempio da seguire per provarci sino all'ultimo e crederci sempre anche quando ormai i giochi sembrano fatti.
Per ogni vincitore, però, c'è un perdente. Un atleta che comunque si è allenato duramente, che ha fatto sacrifici per esserci e per dare il massimo nella gara.
A un sentimento di entusiasmo e soddisfazione ne corrisponde uno di delusione quella di Kiplimo che a un passo dal traguardo si vede sfrecciare davanti l'avversario.
Chissà quali sono i pensieri e le recriminazioni che sono passate per la testa dell'atleta ugandese : "se me ne fossi accorto".. "se mi fossi girato" .."se avessi aumentato" oppure se dopo il normale attimo di amara sorpresa sia riuscito a dire "non importa, da domani si ricomincia".
Ognuno ci veda la lettura che preferisce oppure si può imparare da entrambe, lo diciamo spesso lo sport è una metafora di vita, occorre non arrendersi mai e cercare di avere il giusto ottimismo e la grinta necessaria per credere nelle proprie possibilità, ma anche le sconfitte insegnano a non dare niente per scontato, a lottare fino alle fine o nel peggiore dei casi a rialzarsi e ricominciare.
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