L'apertura del mondo social di questa mattina è con una "inondazione" di immagini di Pietro Anastasi, l'ex calciatore della Juventus che ha spopolato tra la fine degli anni 60 e 70. Tempi lontani per chi scrive essendo nato nella seconda metà degli anni 70, ma anche senza aver vissuto il suo periodo sulla cresta dell'onda, le sue gesta sportive di attaccante di razza sono giunte anche alle generazioni successive. Ciò però che rende immortale un atleta è l'Amore della sua gente e del suo mondo sportivo che oggi lo ricorda in modo trasversale come un grande uomo e un grande campione.
Di copertina "Pietruzzu" come veniva chiamato per le sue origini catanesi, nell'atto di esultanza ed è il miglior modo per ricordarlo, perchè come cantava Guccini "Gli eroi sono tutti giovani e belli" e in quel preciso momento nell'esultanza, nella gioia smisurata per se e per i suoi tifosi era l'eroe, il fermo immagine lo rende un eroe imperituro.
Il comunicato della Juventus:
Oggi è un giorno triste per tutta la Juventus, per il calcio italiano e per tutti coloro che lo hanno conosciuto. Pietro Anastasi ci ha lasciato all'età di 71 anni.
Era impossibile non volere bene a “Pietruzzu”, come lo chiamavano tutti i tifosi a rimarcarne la sua origine siciliana, perché è stato uno juventino fino in fondo e alla squadra del suo cuore ha trasmesso tutta la sua passione. Quella che da bambino, raccattapalle al Cibali di Catania, lo vede chiedere una foto accanto al suo idolo John Charles.
Il sogno di vestire la maglia bianconera si concretizza nel 1968: Pietro arriva a Torino forte di una stagione memorabile nel Varese e di un gol storico in maglia azzurra nella finale dell'Europeo a Roma.
Alla Juventus Pietro regala anni straordinari fino al 1976 per un totale di 303 presenze e 130 gol. Ma le cifre e l'attaccamento alla maglia spiegano solo in parte l'amore della gente nei suoi confronti. Il suo coraggio nelle giocate, le sue reti in acrobazia, il suo spirito da lottatore lo rendono un idolo, capace di exploit indimenticabili, come i 3 gol segnati alla Lazio in 4 minuti in una gara iniziata seduto in panchina. Un amore che lo stadio Comunale tradusse con lo striscione con la scritta: "Anastasi Pelè bianco". La vita di Pietro è stata un vero romanzo bianconero, negli anni 70' Hurrà Juventus gli dedicò una narrazione a puntate per diversi numeri.
La Juventus abbraccia la moglie Anna, i figli Silvano e Gianluca e saluta Pietro con una semplice parola grande quanto lui: Grazie
Riposa in pace grande Campione. E grazie di tutto!!!
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