sabato 21 settembre 2019

La 1^ vittoria da PRO per Gaia Tortolina. Il racconto e le sue parole

Gaia Tortolina è una ciclista professionista che ha scelto di seguire una strada non facile, ma forse l'unica per cercare di emergere nel mondo sportivo, quello di trasferirsi in Belgio; una terra dove il ciclismo anche femminile è una disciplina da "pane quotidiano".


La sua prima esperienza era stata raccontata su Bio Correndo lo scorso anno: L'INTERVISTA a GAIA TORTOLINA.

3 anni pro con un sogno, vincere la sua prima gara. Ci è andata vicina tante volte, podi, podi sfiorati e quel quid che è mancato per salire sul gradino più alto del podio per essere la più veloce e la più resistente di tutte. La seguo Gaia tramite i suoi canali social e gli stati di mamma Roberta e papà Moreno ed oggi a Wenduine l'acuto, la prova perfetta, la 1^ vittoria da Pro!

La telefonata è d'obbligo...

Finalmente Gaia! E' arrivata la 1^ vittoria. Complimenti!

Sì! Una emozione pazzesca. Sono passate due ore dalla fine della gara ed ora sto festeggiando con mia zia e mio zio (Roberto e Lisa) a Bruges.

Sono curioso delle emozioni provate, ma raccontami la gara...

98 km su un percorso di 14 giri. A metà gara siamo andate in fuga in 8. C'è stato subito accordo fra di noi e abbiamo accumulato un grande vantaggio sul gruppo, anche 2'30". Negli ultimi giri ho cercato di risparmiare energie perchè sapevo di avere lo spunto migliore ma non sempre le cose sono lineari.

Come nella corsa a piedi vince uno solo, ma i fattori che subentrano nel ciclismo sono diversi. Contano le tattiche, lo svolgimento delle fughe, l'impostazione di una curva a pochi metri del traguardo o rimanere dietro nel momento cruciale.

...siamo rimasti alla fuga a 8. Si spinge forte per non far rientrare il gruppo. La vittoria quando arriva? Volata serrata, hai staccato le tue avversarie? Raccontaci le ultime fasi.

L'ultima curva è stata determinante. Mancavano 300 metri dal traguardo, l'ho presa forte, sono uscita dalla curva con 3-4 metri di vantaggio, ho cambiato rapporto e ho lanciato la volata lunga. E' stato rischioso perchè 300 metri sono tanti, ma questa è una mia caratteristica, se non fosse andata bene non avrei avuto nulla da rimproverarmi. Dovevo provarci e ce l'ho fatta. 1^ e dopo il traguardo un urlo liberatorio.

Una grande emozione, lo sento dalle tue parole. Immagino che non sia stato semplice arrivare a questa vittoria, oltre al lavoro che svolgi quotidianamente si devono fare i conti con le altre che sono agguerrite.

Vincere è importante ed è tutt'altro che semplice. Oltre agli aspetti detti prima c'è anche un aspetto psicologico. Vedi sempre atleti forti o più forti di te prima del via. Oggi per esempio c'era la campionessa nazionale belga e altre di valore. Questo inverno ho lavorato tanto con un mental coach e i risultati si vedono, li sento. Ci ho messo un po' per metabolizzare i nostri incontri, ma senza dubbio mi sono stati utili.



Qual è stato il migliore più emozionante. L'arrivo o salite sul podio, finalmente sul gradino più altro?

Senza dubbio l'arrivo. L'ho sognato di notte tante volte, l'ho già vissuto, sentivo che sarebbe stato così e immaginavo anche proprio quell'urlo liberatorio quello "lanciato" sulla finish line, quello che scarica tutta l'adrenalina vissuta in gara. Il podio è stato un bel momento ma quello dell'arrivo è su un altro livello emotivo.

Papà Moreno scrive: Dietro ai sogni ci sono immensi sacrifici che la gente non vede

Complimenti ancora e che la 1^ sia ben augurante per il proseguo della tua carriera professionistica.


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