sabato 7 settembre 2019

Il Giro del Morto. Perchè si chiama così? Si corre domani la 36^ edizione

Era il 19 settembre 2014 quando raccontavo la storia del Giro del Morto, il motivo per cui così si chiama.
In questi 5 anni (caspita, 5 anni!!!) di cose ne sono cambiate molte, tra queste un ricambio di podisti importanti. Tanti i volti nuovi che si sono affacciati al nostro mondo; i senatori non mancano e sono le colonne portanti del circuito alessandrino.

Domani si torna a correre uno dei percorsi più suggestivi e storici del circuito alessandrino, per la prima volta da quando esiste questo portale non sarò presente e il dispiacere che sia nello stesso giorno del campionato italiano di Canelli è grande. Gli alessandrini non hanno fatto la scelta di esserci nell'evento clou piemontese degli ultimi anni e allora sarà un'altra edizione partecipata della corsa a cura della Sai Frecce Bianche. Tutte le info sul volantino e a seguire il perchè del Giro del Morto:

Dom 08/09/2019 - Giro del Morto, Valmilana di Alessandria (AL), km. 12.0, AICS, DISPOSITIVO


IL RACCONTO DEL 19 settembre 2014

Eravamo io, l'Avvocato, il Peo, il Maresciallo e uno della Questura.. Sono 4 giorni che mi girano nella mente queste parole, quasi come un mantra. L'incontro occasionale, l'indomani della gara del Giro del Morto, nella piazza di San Salvatore con Romano Lucchetta del gruppo Sai Frecce Bianche, mi ha cambiato la giornata in meglio, catapultandomi in un romanzo di Andrea Vitali, dove i personaggi sono sempre con la prima lettera maiuscola, per il profondo rispetto che catalizzano nella piccola comunità. Alla faccia dei socialnetwork abbiamo trascorso una mezz'ora, lui a raccontare ed io ad ascoltare in un crescendo d'interesse per un episodio che miscela storia, leggenda, sport e un gruppo di Amici che ha resistito al trascorrere del tempo.

Ecco il sunto dell'incontro con Romano di lunedì:
Ieri abbiamo festeggiato il trentennale del Giro del Morto, ma in realtà già 10 anni prima correvamo su quel percorso. In quegli anni di gare ce n'erano poche e con un gruppo di amici avevamo individuato quel giro dove correre la domenica ed è proprio in quel periodo che è nato il nome "Giro del Morto" (subito mi si drizzano le orecchie e prendo la palla al balzo chiedendo che me la racconti visto che non conosco la storia). Eravamo io, l'Avvocato, il Peo, il Maresciallo e uno della Questura in una fredda mattina d'inverno, la nebbia si stava diradando e sui campi era ancora persistente la galaverna. Arrivati su di un crinale scorgiamo a terra un corpo, maglione e cappellino con visiera, ci fermiamo tutti di colpo, erano gli anni '70, anni difficili e non sarebbe stato così strano trovare un cadavere. Il clima teso, gli estremismi dell'ideologia politica, gli scontri di piazza erano la quotidianità nella cronaca nera dei telegiornali. Nonostante questo però non eravamo preparati e rimanemmo di sasso, tutti fermi, anche il Maresciallo e quello della Questura. Finalmente prendemmo coraggio e ad un trillo immaginario facemmo insieme un passo avanti per vedere, per capire di chi fosse quel corpo senza vita sdraiato a terra su di un campo di grano, con il maglione e il cappellino con visiera. Un passo, un altro e .. e...era uno spaventapasseri! La suggestione del momento storico aveva prevalso e la risposta più ovvia era diventata la più improbabile. Raccontammo la vicenda agli amici, gli amici ai loro amici ed era iniziata a circolare la voce che avessimo trovato realmente un morto tant'è che ricevetti telefonate in cui mi si chiedeva di chi fosse il cadavere. Da quel giorno diventò "Al Gir dal Mort"

Il racconto è con caratteri diversi come uso fare quando scrivono altri nel mio "Cortile", ma la narrazione, pur rispettando fedelmente ciò che ho sentito, è scritto da me giocando solo con le parole senza aggiungere o togliere nulla della chiacchierata con Romano Lucchetta.

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