giovedì 13 marzo 2014

Lo scandalo "Imballaggi"

Chissà se Milena Gabanelli ne ha parlato in questi anni, se l'ha fatto me lo sono perso ed è un peccato perchè avrei potuto trarre qualche spunto per trattare in modo più specifico l'argomento, ma mi baserò invece sull'esperienza, sulla quotidianità e su ragionamenti di pancia, al netto della retorica e del facile ecoqualunquismo. L'idea nasce da uno sfogo di mia moglie dove nell'Erboristeria dove lavorava le venivano chiesti pacchetti, sacchetti, scatole per ogni singolo prodotto quando magari l'acquisto non era finalizzato a singoli regali, ma per il solo fatto di avere il sacchetto, anche di carta, con l'effige della casa produttrice del prodotto acquistato.
Quanto spreco, quanta spazzatura! Ci possiamo permettere di gettare tutto quel materiale che essenzialmente non serve? Possiamo continuare in questa direzione consumistica senza, anche solo un istante, pensare al futuro? Non il futuro astratto, ma il domani, un domani dove non sapremo più come gestire i nostri rifiuti? Non sono solito pontificare, nè tantomeno lanciare il sasso con un problema senza avere una proposta più o meno perseguibile, ma non ho gli strumenti, nè le capacità per proporre una soluzione a livello globale, ahimè ragiono nel mio Cortile, nel mio recinto spaziale ridotto e come tale adotto piccole strategie giornaliere che non sono altro che pagliativi, soprattutto per la mia coscienza, ma che non risolvono alcunchè. L'immagine che associo all'argomento è quella di quando sono di fronte al bancone di una qualsiasi farmacia. Acquisto uno spazzolino e cosa mi trovo in eredità? Carta e plastica dell'involucro dello spazzolino, il farmacista di suo aggiunge: carta per avvolgere il prodotto, uno o due pezzi di scotch, sacchetto piccolo di plastica. Il tutto per uno spazzolino!!! Non è davvero possibile e sostenibile continuare su questa strada e a poco serve che chieda ogni volta di darmi la merce che acquisto così com'è, è una goccia nell'Oceano, un Oceano che deve essere tutelato con un'inversione di marcia, netta, secca, senza se e senza ma e non con delle parole accorate di un blogger dal nome velleitario: Bio Correndo, ma con delle politiche finalmente lungimiranti e prive di quegli interessi economici che tarpano le ali di qualsiasi progresso ecocompatibile, ma qui subentra la demagogia e allora meglio chiudere, sospendere il pensiero negativo e mantenere un equilibrio, quello del buon senso. A voi che avete le macro idee il compito di fare qualcosa, non domani, non oggi, ma Ora!

9 commenti:

  1. In nome di un benessere ambientale al quale tengo da sempre non posso che concordare. Ma l'Italia in questo senso è culturalmente molto, molto arretrata.

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    1. e la questione rimane aperta, senza prese di posizioni di chi dovrebbe occuparsene, ahime!

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  2. 66 paesi, che rappresentano l'88% delle emissioni globali di Co2, hanno introdotto nel 2013 una qualche misura legislativa "salva-ambiente". Si va da progetti ambiziosi come quello boliviano (Law on Mother Earth and Integral Development to Live Well -popò di nome per un progetto ambiziosissimo), a norme che fanno quasi sorridere... Ora, mi trovo assolutamente d'accordo con chi pensa che la nostra classe dirigente si debba occupare in via prioritaria del tema, perché è in gioco il nostro futuro... Ma un articolo che ho letto sull'Economist mi suggerisce una riflessione... Secondo GLOBE International le leggi sul clima sono passate da 50 nel 2000 a 500 nel 2013. I picchi, guarda caso, si sono registrati prima delle grandi conferenze sul clima (tipo Copenaghen 2009). Quest'anno stanno aumentando a pieno ritmo (di sicuro in quantità ... Chissà se in qualità...). Perché? Nuova coscienza sul tema da parte dei politici? In realtà preme l'appuntamento di Parigi 2015, nuova conferenza sul clima... (E momento di verifica su quanto fatto e quanto millantato) ... La morale (quella che vedo io...)? Fare leggi va bene, anche perché altri paesi avranno- bontà loro- classi dirigenti più preparate e integre di quella ridicola che ci ritroviamo noi. Ma la differenza la si può cominciare a fare in prima persona, cambiando abitudini di consumo e cercando di remare contro i falsi bisogni che il mercato ci crea. Fausto ha giustamente sottolineato che ad Arianna chiedono espressamente i sacchetti... Cominciamo a non domandare più quelli è facciamo in modo che questi piccoli/grandi messaggi arrivino nelle scuole... E speriamo, cos'altro possiamo fare?!? Nell'attesa che le cose cambino mi berrò una bottiglia di vino bio dinamico, staccherò l'etichetta e la getterò nel bidone della carta... (Col vetro non so ancora se farci una molotov... Ci penserò)

    Ciao a tutti

    Compagno Rob

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    1. I toni non sono i miei, ma non posso che condividere le argomentazioni, fatta salva la provocazione finale, che per chi legge e non ti conosce, è evidentemente una provocazione senza nessuna velleità rivoluzionaria o eversiva

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  3. Ciao Bio Correndo! posso raccontarti cosa facciamo noi per l'ambiente:noi in farmacia abbiamo solo fogli di carta riciclata,sacchetti di carta( tipo quelli del pane),e quelli in mater bi,li offriamo tutti gratuitamente ma a costo di sembrare noiosi ripetiamo continuamente:ha già la borsa??lo mette in tasca?? Il piu' delle volte ci viene chiesto espressamente il pacchetto o il sacchetto.è anche vero che in alcuni casi il pacchetto lo facciamo noi per la privacy perchè non è giusto far sapere a tutto il paese chi usa Imodium o Clisteri ..devo dire che le donne sono le piu' organizzate..il cestino della bici,la borsa della spesa,la borsetta sono quelle che ci danno piu' soddisfazione, gli ometti sono ancora pochi, in estate poi senza le tasche della giacca..
    P.S anche noi siamo molto interessati alla Agricoltura Biologica, vendiamo prodotti Bio del Trentino!!

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    1. Fa piacere leggere che in qualche angolo del paese le cose bio funzionino e provo un minimo d'invidia nel confronto con quel che vedo tutti i giorni! Grazie per il tuo contributo

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  4. la Cultura delle persone può fare la differenza. Investire sulla Cultura (scuola e prima ancora famiglia) e l'informazione (come questo blog!!!!) ci salveranno. (l'attitudine positiva è d'obbligo ;-)

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    1. Hai ragione sull'attitudine positiva ma in questo periodo sono troppe le informazioni che vanno contro ad una possibile inversione di tendenza.. La mia poi non è "informazione" è mal di pancia che si esterna in parole!

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  5. proprio pochi giorni fa ho assistito una discussione al supermercato con la cassiera che chiedeva al cliente se voleva una borsa. la risposta è stata "se non si paga si". Ma come, o ti serve o non ti serve. è vero, la spazzatura non andrebbe fatta, quella che si fa bisognerebbe conferirla in discarica differenziata,ma esiste anche una parte di popolazione incivile che i rifiuti li butta dove capita.A tal proposito segnalo un iniziativa di due amici, inerente anche con la corsa www.spazzorunners.it

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