Come capita da diversi anni la nostra Nazionale sta raccogliendo medaglie, per ora solo una d'oro grazie al ranista Simone Cerasuolo, ma sono 4 gli argenti e 1 il bronzo solo considerando il nuoto in vasca.
In questo articolo, non vogliamo, però parlare dei nostri nuotatori, ma del delfinista statunitense Luca Urlando.
L'atleta dalle chiare origini italiane rappresenta un ponte tra due passioni di Bio Correndo: l'atletica e il nuoto.
Luca è figlio di Alessandro Urlando, discobolo e nipote di Giampaolo Urlando, olimpico nel lancio del martello.
Giampaolo Urlando è stato dieci volte campione italiano e primatista italiano dal 1984 al 1993, al suo attivo anche tre Olimpiadi Montreal nel 1976, Mosca nel 1980 e Los Angeles nel 1984.
Proprio Los Angeles ha segnato una macchia nella sua carriera, l'atleta ottiene un 4° posto, ma viene squalificato per positività all'antidoping.
Il figlio Alessandro, cresciuto sulla pista di Padova, dove si allenava il padre, si dedica al lancio del disco, ottiene anche un titolo italiano, a 25 anni si trasferisce negli Stati Uniti per studio qui incontra la sua futura moglie e decide di rimanere a Sacramento.
Alessandro in un'intervista al Corriere si è definito un ex atleta mediocre, anche se un titolo tricolore è sempre un bel curriculum, sicuramente non lo è il figlio Luca. Dalla mamma prende la passione per il nuoto, dal padre e dal nonno i DNA del vincente. Classe 2002 negli USA ha inanellato un record nazionale dietro l'altro, togliendo anche il primato U18 a un mito come Michael Phelps.
Ieri ha riportato gli Stati Uniti sul gradino più alto del podio dopo 14 nei 200 delfino, raccogliendo l'eredità proprio dello squalo di Baltimora.
Un atleta di cui sentiremo ancora parlare.

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