Aurelio Cucco era uno di noi. Non in senso stretto, non era un podista, ma seguendo il figlio Gianfranco a tutte le competizioni, faceva giocoforza parte del nostro mondo.
Quelle persone con cui scambiare 4 chiacchiere mentre i podisti corrono, ma anche prima del via e Aurelio era uno di quelli che ti accoglieva sempre con uno spirito conviviale e con un sorriso sincero.
Parlare al passato di lui è emotivamente doloroso, sia per la vicinanza a Gianfranco sia per il vuoto, il senso di assenza che inevitabilmente si vive in questo momento nel pensare che non ci sarà più Aurelio e non sarà più fisicamente a bordo strada, nei pressi del traguardo, a tendere la mano al figlio per un "Cinque" di saluto e complimenti che era ormai un rito talismanico e imprescindibile in ogni manifestazione sportiva.
Classe 1956, aveva compiuto 68 anni a settembre, in pensione e da lavoratore impiegato alla Bobst, trasfertista storico già da quando era Rotomec, era certamente un papà speciale, lo si intuiva sui campi gara in quella complicità tra lui e Gianfranco che era oltre il rapporto già unico padre - figlio, fra di loro c'era una un'unicità che li rendeva speciali.
Purtroppo, due anni fa in questi giorni, gli è stato diagnosticato il male che i casalesi temono. Una parola che spaventa che tocca corde profonde, una parola torva:
Mesotelioma. Il tumore derivante dall'esposizione all'amianto di cui, per ora, non c'è ancora cura. Proprio la settimana scorsa è iniziato il processo Eternit Bis di cui nessuno si aspetta novità se non prescrizioni e, di fatto, una lunga battaglia persa nel riconoscimento di una verità giuridica, perchè la
Verità i casalesi la sanno e grazie all'
Associazione AFEVA si è cercato di farla certificare nel corso di questi anni tramite l'iter giudiziario, purtroppo e forse ormai, senza successo. (
Eternit Giustizia scritto nel 2016)
Anche per Aurelio, oggi più che mai, lo slogan Eternit Giustizia è gridato, ma è un urlo strozzato dalla commozione per la sua scomparsa. Ciao Aurelio, ti abbiamo tutti voluto bene.
Per chi volesse rendere omaggio con la propria presenza le celebrazioni funebri si terranno presso la Chiesa di Terruggia: lunedì 18, alle ore 18.00, per il rosario, mentre il funerale, alle ore 15.00 di martedì 19 novembre.
Proponiamo, anche per Aurelio, la Preghiera del Podista scritta dal Maestro Colla:
La preghiera del podista
Signore, fa che nella magica quiete della corsa solitaria,
come nella severa asprezza della competizione,
io possa temprare, oltre ai muscoli, il mio spirito,
fino a renderlo limpido come acqua di roccia,
generoso come il sole che ci scalda.
Fa’ che dall’assidua pratica sportiva,
io tragga tanta forza da superare
le più difficili prove della vita,
senza mai conoscere sgomento,
né sconforto, né disperazione.
Su cento gare una sola vittoria concedimi,
quella su me stesso,
sulle mie debolezze,
sulle mie insufficienze.
Donami pure sobrio fardello
come s’addice a chi corre,
ma concedimi di vivere oggi
l’infinita bellezza di quanto ci circonda.
Consenti infine, che al termine
di questa inebriante corsa che ha nome Vita,
possa io, serenamente,
cedere il testimone ad altri più giovani,
lieti di proseguire l’interrotto mio canto della Tua Gloria.
E così sia.
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