domenica 13 febbraio 2022

Dario De Caro protagonista a Boston. 7:47.46, minimo per i Mondiali e "School Record". L'intervista su Bio Correndo

Piemonte sugli scudi nel sabato appena trascorso. Prima la "sparata" nei 1500 di Pietro Arese a Metz con il 2° crono all time italiano ad un soffio da un record italiano storico, poche ore dopo, dall'altra parte dell'Oceano, a Boston, un gran 3000 di un altro torinese, Dario De Caro.

In Italia i colori indossati sono quelli del Cus Torino, negli States quelli della propria università, la Boise State University nell'Idaho, dove studia ingegneria biomedica. In una gran serata di Atletica il piemontese è 4° nei 3000 in 7:47.46 che conferma il minimo per i Mondiali indoor di Belgrado del prossimo 18-20 marzo ed è anche il 5° crono all time italiano. Al momento, come lo stesso Dario racconterà, sono in tre gli azzurri ad avere il minimo fissato in 7:50.00. Vedremo nelle prossime settimane chi saranno i due presenti allo start dei 3000 a Belgrado. Gli altri in lizza? Ossama Meslek (7:44.45 ieri a Metz) e Yassin Bouih (7:48.38).

Bio Correndo dal Monferrato alessandrino chiama Boston. Nella notte di Boston (6 ore "indietro rispetto all'Italia) risponde con Dario De Caro.

Bella prova e gran tempo. Soddisfatto? Qual è stata la dinamica della gara?
"Sono soddisfatto, l'obiettivo era confermare il minimo per i mondiali su una pista regolare (7:48.59 su pista da 307 metri a Seattle nelle scorse settimane) credo che potessi correre un paio di secondi più forte se fosse stata regolare la gara. Sono passato a 2:35 al 1° mille, nel gruppo in cui ero abbiamo un po' rallentato e siamo passati in 2:39 poi ho chiuso in 2:33 l’ultimo mille. Fosse stato un po' più forte il 2° sarebbe potuto uscire qualcosa meno, ma va bene così"

Tanti i record della tua università (quanti?); hai una certa popolarità come nell'immaginario cinematografico o l'Atletica non ha il peso del football e del basket? "La maggior parte sono aperte anche ai pro, quindi non solo ai collegiali come quella di oggi (ieri), spesso sono miste, nel 5000 di oggi c'è stato un livello assurdo con una marea di record nazionali caduti con diversi PRO in gara. Al momento ho due record della mia università nei 3000 e nei 5000 indoor. Certamente gli sport più popolari e dove c'è un giro economico importante sono il basket e il football come hai detto tu, però è anche vero che qui c'è una attenzione anche per l'Atletica come in poche altre nazioni".

Il cambio di passo è coinciso con l'avventura statunitense? Se è così cosa è cambiato? "A livello di lavori specifici non faccio cose diverse da cosa facevo in Italia, sicuramente ho più tempo, anche il tempo è meglio organizzato. Corro sicuramente di più, come volume generale e la grossa differenza è che ci stanno facendo fare dei lavori di forza quasi tutti i giorni che è quello che secondo me mi sta danno continuità anche per evitare degli infortuni". 

Hai una guida tecnica italiana? O hai anche cambiato allenatore? "In Italia sono sempre seguito da Gianni Crepaldi, il mio allenatore storico e anche mentre sono qui sono sempre in contatto con lui, però ovviamente da quando sono a Boston seguo i programmi di allenamenti e di gare dello staff dell'Università"

Continua Dario. "Un'altra grande differenza è a livello mentale. Quando vai a gareggiare in eventi di così alto livello, ben organizzati, con lepri e vedi atleti di grande valore che fanno la tua stessa vita, entri in una dimensione diversa".

Se chiudi gli occhi quale distanza senti tua e quale sarebbe il tuo sogno sportivo su quella distanza? "Ho sempre avuto un debole per il 3000 che purtroppo è solo una distanza ufficiale indoor. Da Junior ho corso in 8:09 (Alba 2016 - 08:09.21) che prima di questo periodo è stato certamente il mio risultato migliore. Per l'outdoor non ho ancora capito se sono più un atleta da 5000 o da 10000 spero di scoprirlo definitivamente in questa stagione. Obiettivi? Nel breve periodo i Mondiali indoor, anche se al momento siamo in 3 con il minimo ed io non parteciperò agli italiani, vedremo cosa succederà. Per l'estate poi c'è il pensiero a qualche maglia azzurra. Gli eventi non mancano tra Universiadi ed Europei. A più a lungo termine poter continuare a far Atletica anche dopo aver finito questa esperienza negli Stati Uniti."

... Non c'è il tempo per chiudere con altre curiosità, la domanda in sospeso è se il post università è quello di tanti atleti di primo livello. Quale? Diventare un pro indossando nel prossimo futuro una divisa di un Gruppo Sportivo Militare magari con il cremisi tanto caro a chi scrive. Intanto godiamoci questa nuova ed entusiasmante stagione di Dario.


1 commento: