domenica 16 gennaio 2022

Novak Djokovic deve lasciare l'Australia. Game, set, match. Si chiude così il caso che si trascina dal 4 gennaio.

Lunedì si tornerà, forse, a parlare solo di tennis dentro e fuori l'Australian Open.
Il torneo più chiacchierato della storia, non per questioni legate allo sport, prenderà il via domani senza Novak Djokovic.

La pletora dei suoi seguaci e dei suoi fan no vax, hanno fatto molto rumore in queste settimane, difendendo le scelte antivaccino del serbo come senso di una nuova forma di ribellione al sistema "opprimente e anticostituzionale". - Anticostituzionale - è con ogni probabilità nei trend della comunicazione social, un'aberrazione per chi crede profondamente nei valori in cui si fonda la nostra Costituzione che peraltro non è mai studiata e applicata abbastanza nei suoi principi fondamentali, ma non di certo per il concetto di libertà.

La storia di questi giorni dura dal 4 gennaio, da quando il serbo è partito per l'Australia con un "permesso di esenzione", così scriveva il serbo con la valigia in mano in un socialpost; pass però che all'atterraggio non gli valso il via libera. Visto d'ingresso sospeso e collocazione in una struttura in attesa di definire la sua posizione sul territorio australiano (pare una frase da verbale delle forze dell'ordine). Il ricorso del clan di Djokovic al diniego del visto, ha poi sorriso al ricorrente. Permesso accordato e via libera ai campi da gioco. Finita?

Nient'affatto. Il polverone era solo a metà. Le dichiarazioni sopra le righe del padre. "Novak è lo Spartaco del nuovo mondo che non tollererà ingiustizia, colonialismo e ipocrisia. è prigioniero, ma più libero che mai. Si è convertito nel leader del mondo libero, delle persone povere e con necessità. Lotta per l'uguaglianza delle persone".

Le iperbole sono proseguite e i paragoni leggendari anche, così come la querelle. E' anche emersa la dichiarazione di positività al Covid19 di N. D. datata 16 dicembre 2021, fatto che ha scatenato ulteriori polemiche. Perchè? Perchè non è stata osservata alcuna precauzione e quarantena, nell'era dei social tutti i movimenti sono "tracciati" e direi anche profilati (ma di questo non ci lamentiamo visto che ormai fa parte del nostro nuovo modo di vivere dove se un evento, un momento della vita non viene postato è come se non fosse stato vissuto). Incontri, conferenze stampa e momenti conviviali come se nulla fosse.

Intanto sui social si scatenato le due fazioni. Chi non tollera questo comportamento e chi lo osanna come colui che sta combattendo all'arma bianca "il sistema". 

Arriva però un nuovo stop per Djokovic. Il Ministero dell'Immigrazione ferma per la seconda volta il suo visto d'ingresso. Nuovo ricorso, ma questa volta il collegio giudicante, composto da 3 giudici, ha confermato la revoca del visto. Novak Djokovic deve lasciare l'Australia. Il "leader del mondo libero" deve arrendersi, deporre le armi, quelle legali e tornare nel suo quartier generale. 

Le sue parole dopo la sentenza:“ Vorrei fare una breve dichiarazione per affrontare gli esiti dell’udienza di oggi in tribunale. Ora mi prenderò del tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo. Sono estremamente deluso dalla decisione di respingere il ricorso contro l’annullamento del mio visto. Questo significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open. Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza”.

Intanto si è liberato un posto nel tabellone (divertente questa espressione, in un'altra occasione capiterà di raccontarne l'origine) che sorride all'Italia. Ci sarà Salvatore Caruso.


(fd)

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