martedì 23 novembre 2021

Un'altra, la terza, inchiesta sulla morte di Marco Pantani.

A 17 anni, 18 il prossimo 14 febbraio, dalla morte del campione di Cesenatico, la Procura di Rimini ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti dopo l'invio dell'informativa della commissione parlamentare antimafia alla Procura riminese. Le due precedenti inchieste avevano portato alla conclusione che Marco Pantani si fosse suicidato con un mix letale di droghe e farmaci antidepressivi. Versione che ha sempre trovato l'opposizione di Mamma Tonina, una donna energica, tosta, con il fuoco nelle vene, quello che scorre nei e nelle romagnole. 

L'apertura di una nuova inchiesta deriva dalle dichiarazioni di Fabio Miradossa nell'attività condotta dalla commissione parlamentare antimafia. Le sue parole, al momento secretate, hanno portato alla conclusione che fosse necessario un approfondimento ed ecco che la Procura di Rimini si è trovata nella condizione di dover aprire una terza inchiesta. Porterà ad una nuova verità sulla fine di Pantani oppure l'ancoraggio della tesi autolesionistica prevarrà ancora?

Alcune inchieste giornalistiche hanno instillato il dubbio che ci sia un non detto, che la verità giudiziaria possa non essere coincidente con la realtà dei fatti. Il docufilm "Il Caso Pantani",  i servizi delle Iene per esempio, hanno messo in luce una serie di contraddizioni e pseudonovità rispetto a quanto presente sulle carte che stabiliscono ufficialmente la morte di Pantani.

E' doveroso usare il condizionale su ciò che non è "certificato" da una indagine ufficiale, perchè in uno Stato democratico, la verità è quella che esce da una aula di Tribunale e seppur le tesi che raccontano un'altra storia siano strutturate (ed anche convincenti nel far emergere dei dubbi), è giusto attenersi all' ufficialmente stabilito, con la speranza che se di una verità diversa si tratti, venga finalmente portata alla luce da questa nuova inchiesta giudiziaria.

Nessun commento:

Posta un commento