lunedì 9 agosto 2021

I racconti bizzarri, commoventi, emozionanti delle Olimpiadi

Cosa ci ricorderemo di queste Olimpiadi? Sicuramente le medaglie, le gare, le emozioni, ma anche tanti i momenti non strettamente legati a una prestazione.

Da quelli con una nota più drammatica come l'atleta bielorussa Krystsina Tsimanouskaya costretta a rifugiarsi a Varsavia perchè considerata una dissidente a causa di alcune sue rimostranze sportive verso il team degli allenatori. 




Un significato politico, ma in questo caso solidale col proprio Paese, ha avuto il body nero indossato dalle ginnaste della ritmica dell'Azerbaijan. Niente paillettes, nè colori sgargianti, ma un sobrio nero per attirare l'attenzione sulla situazione del loro Paese che sta vivendo una grave crisi umanitaria dovuta alla guerra.  



Commovente la storia della giovanissima tuffatrice cinese Hongchan Quan, 14 anni, medaglia d'oro dai 10 metri che con i soldi che arriveranno dalla vittoria potrà contribuire alle cure delle mamma seriamente malata. 


Olimpiadi significa competizione, ma anche rispetto dell'avversario e lo ha ben dimostrato Timothy Cheruiyot che da favorito nei 1500 metri si è visto superare da Jakob Ingebrigtsen. Il keniano a fine gara si è avvicinato al norvegese e gli ha donato il suo braccialetto con i colori del Kenia, un modo per dire "Sei uno di noi". 










Ci sono stati anche momenti bizzarri, chi ha seguito la finale dell'alto femminile non può non aver notato l'atleta australiana Nicola McDermott che dopo ogni salto correva a sedersi e scriveva, scriveva, scriveva su un quaderno, una sorta di diario dell'esecuzione del salto, delle proprie sensazioni o forse un modo per caricarsi, il campione britannico di tuffi Tom Daley invece per rilassarsi ha trovato un altro modo, lavorare a maglia o all'uncinetto. Le riprese che lo ritraevano sugli spalti a sferruzzare hanno fatto il giro del mondo, la sua pagina Instagram madewithlvebytomdaley con le foto delle sue creazioni ha raggiunto 1,3mln di follower. 



Ci sarebbero ancora mille altri aneddoti o piccoli episodi che affioreranno nei prossimi giorni a mente fredda, rimarranno anche le espressioni ed esclamazioni di gioia durante le telecronache in cui il giornalista sportivo sveste i panni professionali e diventa un tifoso come noi che si esalta e commuove davanti a una vittoria. Rimarrà il "Marcello!" urlato da Franco Bragagna durante la vittoria di Marcell Jacobs, come la telecronaca "dinamica" di Eurosport in occasione della vittoria nell'inseguimento a squadre con i due telecronisti a saltare sulla sedia all'unisono per spingere verso la vittoria i nostri atleti. 



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