venerdì 23 aprile 2021

Come funzionano i nostri "serbatoi energetici"? Simone D'Ambrosio ci spiega da dove ricaviamo energia

Adenosina 3 fosfato, Adenosina 2 fosfato, sistema anaerobico lattacido, sono solo alcuni dei termini che si incontrano quando si introduce l'argomento di come il nostro organismo produca l'energia necessaria per correre. 

Sappiamo veramente come funziona il nostro sistema energetico? Qualcuno sicuramente sì, ma se invece per qualcuno l'argomento è ostico allora l'articolo di oggi fa per voi. 

Simone D'Ambrosio ci spiega in maniera semplice, intuitiva e simpatica di come funzionano i nostri serbatoi energetici. 

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INTRODUZIONE

Nel primo articolo ho lasciato in sospeso il discorso riguardante le strategie che il nostro corpo utilizza per permetterci di correre, ma ora è arrivato il momento di parlatene. 

La possibilità di guidare una macchina è dipendente da moltissimi fattori e tra questi converrai con me che la presenza della benzina all’interno del serbatoio è sicuramente uno di questi. Stesso discorso per l’essere umano che, per produrre un lavoro come la corsa, ha bisogno di energia. Con un'unica grande differenza rispetto ad un’auto tradizionale, infatti, per comprendere meglio l’argomento è bene immaginare l’uomo come un’auto ibrida la quale, a seconda delle esigenze, riesce a ricavare energia da diversi fonti. Non a caso in molti testi questo argomento è introdotto dal titolo ‘serbatoi energetici’.

ATP
Il nostro corpo per produrre l’energia necessaria per muoversi (ed in generale per vivere) ha bisogno di trasformare tutte le pizze, le uova di Pasqua, le parmigiane che hai inghiottito, nell’unica molecola che realmente riesce ad utilizzare come benzina, il Santo Graal dell’energia: l’ATP (adenosina 3-fosfato per i più studiati). Non importa che cosa avete mangiato, non importa quanta energia il tuo corpo richieda in un determinato momento dell’allenamento, questo trasformerà i nutrienti in ATP per potersi muovere. Abbiamo visto quindi la fine del processo, ma non come ci si arriva. 

SERBATOIO ANAEROBICO ALATTACIDO
Ti chiama il capo per un’emergenza, non hai di certo il tempo di passare dal benzinaio e devi raggiungere il posto di lavoro rapidamente. L’unico modo che hai per riuscire nell’impresa è quello di avere il serbatoio già pieno e, prendilo solo come un esempio, andare il più velocemente possibile con la macchina. In modo analogo ragionano i nostri muscoli che si assicurano di avere una fonte di energia pronta all’uso per situazioni in cui il lavoro richiesto è molto intenso. Tutto ciò avviene al costo di esaurire la ‘benzina’ molto velocemente dato che l’acceleratore è premuto al massimo!


Spostandoci dall’esempio a ciò che accade nella realtà dei fatti, notiamo che i muscoli possono infatti immagazzinare solamente una quantità limitata di ATP e per questo motivo i livelli energetici sono consumati velocemente in uno scatto molto intenso. La nostra macchina, per sfrecciare dal capo, potrebbe infatti sostenere un’andatura così forte per soli 2 secondi con questa riserva energetica, ma sappiamo bene che non è così. In risposta al consumo di ATP, che una volta utilizzato si trasforma in ADP (adenosina 2-fosfato, perde una parte della molecola per intenderci), un’altra molecola chiamata fosfocreatina (CP) viene scissa per donare proprio il gruppo fosfato perso. 
Poiché anche il quantitativo di fosfocreatina è relativamente limitato nel muscolo questo sistema energetico può essere utilizzato per circa 8-10 secondi in uno sforzo massimale ed è quindi fondamentale all’interno di quelle specialità dell’atletica estremamente rapide ed esplosive come lo sprint sui 60m, i lanci ed i salti.
Così hai appena salvato lo stipendio.

SERBATOIO ANAEROBICO LATTACIDO
A questo punto, contro ogni logica, ti chiama il tuo migliore amico dicendoti che nel centro del tuo paesino ci sono proprio gli U2 che stanno improvvisando un concerto sulle note di “Sunday Bloody Sunday”. Non è un’emergenza, ma devi andarci assolutamente. Ti è concesso passare a rifornirti, ma non esci neanche dalla macchina per una boccata d’aria che ti fai fare il pieno direttamente dal benzinaio e parti. 
L’organismo infatti reagisce in maniera diversa a stimoli intensi di durata maggiore (da 10” a 60” circa), come gli sprint di 100, 200 e 400 m. Seguendo l’analogia, il sistema anaerobico lattacido fornisce energia anche in assenza di ossigeno, ma richiede un veloce ‘rifornimento’ di glicogeno (forma in cui viene immagazzinato il glucosio) che verrà scomposto anche in questo caso per ricostruire l’ATP e successivamente produrre energia. 
L’assenza di ossigeno durante il ‘rifornimento’ però crea una sostanza chiamata acido lattico la quale, nel caso l’esercizio ad alta intensità si prolunghi per molto tempo, tenderà ad accumularsi causando affaticamento ed impedendo gradualmente di produrre potenza. 
Siamo stanchi ed indolenziti, ma Bono Vox canta tra i tuoi compaesani, che goduria.

SERBATOIO AEROBICO
La musica degli U2 però ti ricorda che non sei mai stato in Irlanda e, Covid permettendo, decidi di partire all’avventura. Il viaggio sarà molto lungo, ma non avrai la solita fretta di metterti in macchina. Con questo spirito vai a fare rifornimento, esci dalla macchina ed il pieno lo fai tu all’aria aperta (che comunque odora solo di gasolio): diesel, metano e la benzina ‘caricano’ la vettura ed inizia il viaggio.


Il sistema aerobico necessita di più di 60”/80” per iniziare ad aiutare la sintesi dell’ATP. Diversamente dagli altri due sistemi energetici, questo permette la sintesi di energia solo in presenza di ossigeno e, senza addentrarci nei cicli molecolari che lo contraddistinguono, proprio per questo gli è permesso di produrre energia attraverso la scomposizione di glicogeno, grassi e aminoacidi (componenti delle proteine). Queste possibilità lo rendono la fonte di energia primaria per gli eventi che durano da poco più di un minuto a tre ore. 
In ogni caso, la degradazione di glicogeno, acidi grassi o proteine genera anidride carbonica ed acqua come prodotti di scarto, che verranno eliminati dal corpo attraverso la respirazione e la sudorazione.
Con una Guinness in mano passeggi tra le strade di Dublino, l’articolo tuttavia ha bisogno ancora di una piccola ma fondamentale precisazione.

IN SERIE? NO!
Come si può facilmente intuire dal grafico iniziale, i meccanismi non agiscono in serie e questo è un ragionamento frutto della spiegazione che, per motivi ‘didattici’, tende a riassumerli uno dopo l’altro. Nella realtà compartecipano, se pur in diverse percentuali, a molte delle distanze prese in esame. Qui di seguito un esempio che ci indica l’influenza di ciascun serbatoio energetico relativamente ad un evento dell’atletica leggera. Sia chiaro che se corro i 5000 m in 27’ dovrò prendere come riferimento i dati dei 10.000 m nella tabella, poiché ciò che in questo caso conta è la durata!



Come sempre, per qualunque dubbio o correzione non esitare a contattarmi per mail (simone.dambrosio.office@gmail.com), in fondo si cerca sempre di migliorare!

BIBLIOGRAFIA
‘Periodizzazione dell’allenamento sportivo’ – T. Bompa PhD, Prof. C.A. Buzzichelli
‘The physiology of anaerobic endurance training’. In the physiology of training, 2006. – K.A. van Someren.
‘The science of training and performance’, 1994. – E. Newsholme, A. Leech, G. Duester



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