venerdì 5 marzo 2021

Essere mamme non impedisce di essere atlete. L'immagine di Antonella Gonzales che ha fatto il giro del mondo

La foto di Antonella Gonzales mentre allatta la figlia ha fatto il giro del web. 

Antonella è una playmaker del Club Tomas de Rocamora, squadra di basket argentina, tra il primo e il secondo tempo della partita contro il Velez ha approffittato della pausa per allattare la piccola Madi di 11 mesi, non prevedendo che una foto scattata durante questo gesto intimo, ma del tutto naturale potesse attirare tanto interesse. 

Lo stupore dell'atleta è dato anche dal fatto che lei stessa e le sorelle sono cresciute sul parquet dei campi di basket. La mamma di Antonella è stata coach della stessa squadra e su quella stessa panchina ha allattato Antonella e le sue sorelle. Ora la squadra è allenata dalla sorella Laura. Due generazioni di donne legate dalla passione per lo sport, con la consapevolezza che si può essere donne, mamme ed atlete. 

LE PORTE DI PIETRA - 15 maggio 2021
(titolo italiano trail lungo e qualificazione mondiale!?)
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Significative le parole della mamma/atleta dopo questa improvvisa notorietà : "Spero che questa foto possa servire a tutte quelle mamme indecise che pensano che dopo una gravidanza non si possa tornare all'attività. La vita e lo sport hanno un aspetto diverso dopo la maternità. Mi meraviglia che ci sia così tanto stupore: essere mamme non impedisce certo di essere atlete"

Anche in Italia  esempi di atlete tornate allo sport ad alto livello dopo la gravidanza ne abbiamo diversi, non sempre, però,  è semplice e portare l'attenzione sulle condizioni delle atlete può far riflettere. 
La stessa giocatrice approfitta di questa popolarità per porre l'accento sulle differenze tra lo sport maschile che gode dello stato di professionismo e quello femminile che si basa invece su contratti temporanei. Per la gravidanza non è prevista una copertura economica e una giocatrice incinta perderebbe semplicemente il lavoro. 

L'immagine di Antonella che allatta Madi è forse insolita da vedere nel mondo dello sport o del lavoro, ma è il gesto più naturale e quotidiano del mondo e forse può far riflettere sui passi che occorre ancora fare per raggiugere una vera equità tra generi. 


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