mercoledì 27 gennaio 2021

Gino Bartali e il 27 gennaio, il giorno della Memoria

 "Giusto fra le nazioni". La storia extrasportiva di Gino Bartali e il consiglio letterario: 

CLICCA QUI: GINO BARTALI e Simone Dini Gandini

Il 27 gennaio non è un giorno come gli altri ed è sempre più significativo in un periodo storico complesso come quello che stiamo vivendo tra sciamani, violenze e immagini che credevamo di non vedere più (Lipa 2021). 

Solo ieri sui muri di Ferrara sono comparse svastiche e parole che vorremmo lasciare alle spalle, soprattutto che non facessero più parte della "dialettica" di alcuno. 

La cronaca recentissima ci racconta anche di un suprematista si dice ora, neonazista avremmo detto fino a qualche tempo fa, savonese che progettava di fare una strage stile Utoya; oggetto della sua rabbia (follia?) ebrei e donne. Un caso eclatante che non deve fare ombra ai piccoli rigurgiti violenti a cui assistiamo quotidianamente nelle cronache dei giornali o in tv. 

La comunità è assorbita dalle difficoltà del momento, da un futuro incerto, da una emergenza sanitaria che ha creato ulteriori sfibrature fra le persone ed è forse proprio in questo momento che si ha bisogno di persone "illuminate", di chi contrario al pensiero comune e dominante, si mette al servizio degli altri. Questo è quello che ha fatto Gino Bartali, questo si è tenuto dentro perchè pensava che "Il bene si fa ma non si dice". Un pensiero, un concetto umanamente condiviso che però incontra le resistenze di chi pensa che l'esempio, la memoria e la condivisione di gesti dall'alto valore morale siano lo sprone per ingenerarne altri. Qual è la giusta proporzione? Non esiste, esiste il sentire di ognuno quello che fa sì che una storia diventi di dominio pubblico e altre che restino nell'intimo di chi si è speso e di chi il bene l'ha ricevuto. 

Che sia un giorno di riflessione, di memoria, di ricordo, ma anche che le pietre d'inciampo non siano solo mattonelle, ma il momento per mantenere vivo il ricordo, i racconti, le storie ascoltate per essere noi stessi narratori di un tempo buio, assurdo, atroce, feroce e per far sì che non abbia maggior voce chi nega o sminuisce quanto accaduto.

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