venerdì 25 dicembre 2020

Il caso ai Campionati assoluti di nuoto pone degli interrogativi sulle misure di sicurezza anticontagio da adottare

I casi di positività riscontrati dopo gli Assoluti di nuoto pongono ancora di più l'accento sulle norme di sicurezza da adottare per organizzare una competizione. 

Il fatto: ai Campionati italiani di nuoto della scorsa settimana potrebbe essersi verificato un focolaio, sarebbero circa una ventina le persone contagiate, tra atleti e allenatori. Solo per citare i più conosciuti si parla del giovane talento della rana Benedetta Pilato e i suoi allenatori, Filippo Magnini, Ilaria Bianchi che ne hanno dato l'annuncio tramite i loro canali social. 

Qualcosa nelle misure anticontagio non ha funzionato, eppure sulla carta erano molto severe, obbligo di tampone due giorni prima della gara, rispetto delle distanze, obbligo della mascherina da indossare fino al blocco di partenza, eliminazione delle batterie del mattino per evitare assembramenti. 

Sembra che il problema sia più ascrivibile all'alloggio negli hotel e alla pausa del pranzo o forse una leggerezza nella gestione degli spostamenti. 

Un caso che riapre la discussione sulla sicurezza nelle manifestazioni sportive.

Sono sufficienti le misure anticontagio prese per una grande manifestazione, pensiamo anche a una maratona, se poi si creano focolai negli  hotel? A livello sanitario non c'è differenza se ci si ammala durante la corsa o nello spostamento per raggiungere la competizione. Un problema di difficile soluzione per gli organizzatori di grandi eventi, la speranza è quella di un miglioramento della situazione sanitaria per poter partecipare e gareggiare  con più serenità. 

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