sabato 21 novembre 2020

Il 21 novembre 2000 moriva Emil Zatopek. La sua storia tra icona dell'atletica ed eroe popolare.

Vent'anni fa oggi moriva Emil Zatopek, la locomotiva umana, così chiamato perchè era solito ansimare pesantemente quando correva. 

Zatopek è stato uno dei più eclettici mezzofondisti della storia dell'atletica. Nato a Koprivnice, nella allora Cecoslovacchia, nel 1922 in carriera ha conquistato 4 medaglie d'oro e una d'argento ai Giochi Olimpici. 

Ai Giochi Olimpici di Londra nel 1948 vinse i 10000 metri e arrivò secondo nei 5000 metri, l'anno seguente Zatopek infranse il record mondiale dei 10000 metri due volte, ma l'anno d'oro è stato il 1952 durante le Olimpiadi di Helsinki. 

In Finlandia primeggiò nei 5000 e nei 10000. Alla vigilia della maratona, gara che non aveva mai disputato, pensò di provare a partecipare. Partì cercando il ritmo, poi mentre si trovava accanto all'esperto maratoneta svedese Jansson chiese : "Non staremo andando troppo forte? " , "Anzi stiamo andando troppo piano" fu la risposta dello svedese, che non scoraggiò per niente Zatopek anzi lo pungolò il giusto per fargli aumentare il ritmo e dal 30° km iniziò la sua fuga solitaria. 

Entrò nello stadio olimpico con 3 minuti di vantaggio sugli altri atleti e vinse il 3° oro nella stessa Olimpiade. Per il suo Paese divenne un eroe. 

Anche la moglie Dana sempre ad Helsinki conquistò un oro, nel giavellotto proprio mentre il marito conquistava quello nei 5000 metri. 

Zatopek fu anche una figura influente del partito socialista. Quando l'Unione Sovietica mandò 200 mila soldati e i carri armati a sedare le rivolte della Primavera di Praga Zatopek fu tra i primi firmatari del Manifesto delle 2000 parole opera dello scrittore Vaculik, uno scritto diretto agli operai, ai contadini, a tutti i lavoratori per un socialismo democratico. 

Zatopek non esitò a rivolgersi ai soldati dicendo : " Vi hanno mandato a schiacciare una controrivoluzione che esiste solo nella fantasia di pochi individui. I carri armati non sono una testimonianza di democrazia. Andatevene"

Quando i cronisti gli chiesero perchè si fosse speso in quei momenti di protesta rispose: " Ho fatto solo il mio dovere. Perchè mai  russi avrebbero dovuto avere il privilegio di entrare con i carri armati a Praga?"

Una scelta coraggiosa  che Zatopek pagherà a caro prezzo, fu espulso dal partito, gli furono tolti i titoli sportivi e tutti gli incarichi importanti e fu inviato a lavorare per sei anni in una miniera di uranio. Tornato a Praga gli vennero assegnati solo lavori umili, ma Zatopek era un uomo resiliente, i duri allenamenti lo avevano temprato anche alle difficoltà della vita che ha affrontato sempre con al suo fianco la moglie Dana. 


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