venerdì 27 novembre 2020

I 78 anni di Sergio Ottolina, il talento e la sregolatezza e gli scherzi a Livio Berruti

Il 23 novembre Sergio Ottolina, detentore del record europeo dei 200 metri dal 1964 al 1973 ,  ha compiuto 78 anni, l'idea era quella di dedicargli un post sui social, ma la storia di questo atleta è talmente curiosa che merita un approfondimento. 

Sergio Ottolina, nato a Lentate sul Seveso il 23 novembre 1942, è un personaggio guascone, lo era da giovane e leggendo un'intervista di pochi anni fa sul Giorno- Monza lo spirito non è cambiato.

A livello sportivo fu due volte campione italiano nei 100 metri e nei 200 metri . In campo internazionale si affermò riuscendo a migliorare il primato europeo, appartenente a Livio Berruti di 20"5 portandolo a 20"4 nel 1964 a Saarbrucken. 

Nello stesso anno partecipò alle Olimpiadi di Tokyo dove arrivò in finale con Livio Berruti. 

Berruti arrivò 5°, Ottolina 8° o citando le sue parole "Ottimo".

Ottolina e Berruti, a parte la specialità dei 200 metri, non hanno nulla in comune. Serio e riservato Berruti, stravagante e un po' guascone Ottolina. 

Gli scherzi combinati proprio a Livio Berruti sono rimasti negli annali dell'atletica. Due su tutti per capire il personaggio. Ottolina organizzò nel paese di Berruti un finto matrimonio tra il campione piemontese e una certa Flavia Moretti, fidanzata inesistente in quanto il nome era stato preso da un modello di auto. Ottolina spedisce inviti su inviti e Berruti dovrà poi non solo spiegare a tutti che è stato uno scherzo, ma anche restituire i vari regali di matrimonio ricevuti, ci mise un mese!


Un altro scherzo passato alla storia riguarda le scarpe di Berruti. L'atleta era sempre vestito di bianco, molto preciso e ordinato, prima di una gara Ottolina gli colorò le candide scarpe con il lucido nero. Un disastro! Berruti non voleva più correre e i dirigenti volevano punire tutti, il brianzolo si fece avanti, ma tutti i compagni di squadra furono solidali con  il risultato che nessuno fu punito e si trovarono altre scarpe per Berruti. 


Le stravaganze di Ottolina non si fermano qui, appassionato di moto dopo le Olimpiadi in Messico decise di viaggiare un mese da solo attraverso l'America, dormendo nei motel più "scalcagnati", è proprio la passione per le due ruote a mettere fine alla sua carriera nell'atletica leggera dopo un incidente in cui si ruppe 4 vertebre e il tallone.

Si reinventò nel bob a 4 e per poco non riuscì a qualificarsi per le Olimpiadi invernali del 1976. 

Alla domanda all'atleta sul motivo per cui si sia avvicinato all'Atletica, la risposta è : "Pur di non andare a scuola, a 15 anni al Gonzaga di Milano organizzavano i Campionati studenteschi, avevo saputo che avesse fatto atletica sarebbe stato esentato dalle lezioni. Non sapevo cosa fosse l'atletica, ma mi dissero che bastava correre e saltare e io lo feci" e continua "Ero veloce, correre era la cosa più naturale che mi venisse". 

Era stato trovato un talento, ma nel caso di Ottolina il talento si legava a una sorta di simpatica sregolatezza, senza eccessi ma, come dice lo stesso ex atleta : "L'atletica non la prendevo troppo sul serio, ero uno zuzzurellone, mica un fanatico come Berruti o Mennea..se c'era da andare a pescare, o in moto o a donne..io ci andavo". 

Chissà se fosse stato "più fanatico" forse avrebbe avuto avuto una carriera sportiva più longeva, ma la caratteristica di Sergio Ottolina risiede proprio in questo carattere estroverso ed inquieto che l'ha portato a vivere tante esperienze di vita diverse. 



Nella foto uno dei modi per distrarre i compagni della Nazionale, qui con Eddy Ottoz, Mario Fusi, Bruno Bianchi







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