ATTENZIONE: quel che segue è un post di parte. Sono un blogger e non un giornale. La "partigianeria" è per un corregionale (piemontese) e per Pietro Riva in particolare da cui ne scaturisce il dispiacere dell'epilogo della sua corsa.
I 10000 hanno avuto una forte connotazione piemontese. Prima l'alessandrina Valeria Straneo vince tra le donne il suo 8° titolo italiano, un'ora e mezza dopo è l'albese Pietro Riva a far sognare con una gara incredibile dal finale però thrilling.Argento nei 5000 di Pescara del 2018, oggi era in corsa per l'oro e, da piemontese, l'ho, l'abbiamo assaporato. Una prova di grande carattere, così direbbe chi ne capisce ed io mi adeguo al linguaggio. Gara molto tattica, passaggio in gruppo ai 5000 in 14'55", ai 6000 17'45". Qui succede che a rompere gli indugi sia Andrea Soffientini che prova l'allungo. E' il momento decisivo perchè parte all'inseguimento il portacolori delle Fiamme Oro Pietro Riva. L'aggancio, il sorpasso e il resto della corsa è un assolo solitario fino a 800 metri dal traguardo, ma alle sue spalle un trenino a 3 si rifà sotto, a vista il vantaggio si assottiglia sempre più, ai 400 si capisce che il finale non è come immaginato fino a pochi minuti prima.
Il momento è topico ed è come quando si legge un libro per la 2^, 3^ volta. Si conosce il finale che magari non è come avremmo voluto e si vorrebbe che cambiasse improvvisamente, come se la storia non fosse chiusa, ma aperta come una magia. Così non è e non lo è mai.
Ai 200 (nella foto sotto), l'arrivo dei tre su Pietro, difficile reagire a quel punto, la luce si spegne e l'incantesimo svanisce. La volata finale premia Osama Zoghlami (Aeronautica) in 29:07.27; è lui il campione italiano assoluto. Secondo Sebastiano Parolini (G. Alpinistico Vertovese) in 29:08.07, terzo Stefano La Rosa (Carabinieri) in 29:08.69. Pietro Riva è 4° in 29:12.45. Questo è lo sport, questa è la vita.
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