sabato 4 luglio 2020

44 anni e non sentirli. Il 4 luglio è arrivato anche quest'anno

Nascere il 4 luglio porta con se l'inevitabile pensiero a stelle e strisce.
L'accadde oggi, in questo giorno di inizio mese, ha, nella sua genesi, il legame con il giorno dell'indipendenza degli Stati Uniti; non posso non pensare che il 12 ottobre, altra data così significativa per il "nuovo mondo", non sia strettamente legata agli intrecci fra persone che generano un'energia positiva, è così che oggi un amico non mi chiamerà ed io non lo chiamerò per il suo 12 ottobre, la fragilità della vita è una costante delle nostre vite.

Le premesse incanalano verso i miti americani: dalle highway al Boss, dal sogno economico alla libertà nel senso più ampio e metaforico comprese tutte le incomprensibili contraddizioni. W l'America dunque? La direzione è contraria anche se in gioventù, da ragazzino in particolare quel mondo tanto lontano quanto iconico, raccontato dai media, aveva il suo fascino. Un unico grande "paese" colorato di ogni sfumatura, con le magagne spazzate sotto le zerbino per non intaccarne l'aurea. Era anche il tempo in cui, vivendo in un microcosmo e non avendo gli strumenti necessari, Casale Monferrato era il tutto e tutto ciò che gravitava fuori dai confini era meno bello, meno interessante, quel "meno" figlio dell'ignoranza, dei campanilismi beceri, del prima qualcuno e peggio per qualcun altro che imbriglia i pensieri confinandoli alla ruota del criceto che per quanto si impegna resta sempre fermo privandosi (privandolo) dell'esperienza generata dal confronto e dall'impegno sociale.

E' così che chissà quando chissà come, in un momento imprecisato, ci si ritrova a voler scappare dal populismo, dal modello precostituito per cui il compasso geografico è un ostacolo alla conoscenza e si trova l'interesse e la voglia di uscire per scoprire che "prima" la conoscenza è meglio del preconcetto tout court.

Il passaggio è d'obbligo, dall'America alle europeismo convinto. Una direzione contraria che non esclude la curiosità per cosa succede aldilà dell'oceano, perchè la preclusione impoverisce, non sapere significa perdere qualcosa a prescindere. La convinzione, per una Europa vera è che i localismi debbano essere necessariamente salvaguardati nelle tradizioni, ma che l'identità debba essere più ampia con un politica (non la partitica) capace di unire uno spazio ampio e variegato con il fine di una nuova identità collettiva capace di unire e non di dividere. Come? Vorrei avere le capacità intellettuali per una proposta così pregnante e lungimirante, ma sono solo un blogger con velleità di racconto, l'elaborazione di concetti spetta ad altri e sempre a questi realizzarli. Utopia allo stato aeriforme.

Un passo indietro perchè oggi è comunque il 4 luglio.

Oggi dunque compio 44 anni. Con quali propositi e pensieri? In questi giorni una persona mi ha chiesto "Cosa vuoi fare da grande"? La domanda aveva un senso, era riferita all'immediato futuro che prevede, già dopo l'estate, delle novità potenzialmente significative. La mia risposta è stata "sbagliata", ancora una volta in direzione contraria perchè non contestuale, con una estensione del significato che non era l'interesse del mio interlocutore, che peraltro credo non abbia apprezzato avendo eluso la sua domanda.

Cosa voglio dunque fare da grande? E' oggi il giorno per renderlo reale? Il giorno del compleanno deve essere necessariamente un momento in cui fare i conti con se stesso e con il qui ed ora? Certamente no, sono conti che si fanno ogni giorno, in ogni occasione in cui si vorrebbe di più o altro. Risposte che prevederebbero un atteggiamento da "mental coach", di carica emotiva ed emozionale, quelle frasi ad effetto di cui però non se ne può più e che a forza di essere proposte, seppur motivanti, hanno perso di carattere diventando oltremodo stucchevoli.

Cosa vorrei dunque? Escludendo l'incapacità genetica di appassionarmi a lavori manuali, essere capace, per esempio, di inserire accidia e protervia - sinedocche linguistica per indicare un lessico maggiormente preciso -  in un discorso scritto o parlato, elaborare testi incisivi, formulare idee nuove ed originali, avere estro e fantasia per non impantanarmi in orpelli inutili, ma allo stesso tempo saper trasmettere qualcosa con l'uso delle parole.

Mancano però le basi, gli strumenti, le risorse umane e intellettuali per farlo, per renderlo reale. Non è una questione di crederci o non crederci (mental coach a parte che rendono banale ogni proposito); serve ben altro come un background da studente valido, se non per il percorso quanto per l'apprendimento. La voglia di sapere e conoscere non manca; basterà per colmare le mancanze? Non lo so, ma il tempo e lo spazio per questo post è arrivato al suo epilogo, si deve vivere fuori dallo schema del web oggi più che mai.

La candelina è accesa, spegnerla significa esprimere un desiderio, il mio di oggi è per voi che siete arrivati fin qui: se avete tempo e voglia bevete un bicchiere di buon vino o una birra fresca artigianale con un pensiero al blogger della sagra dell'acciuga, meno auguri e messaggi, più calici alzati!




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