La storia ha un pizzico di leggenda e se il racconto è ingiallito dal tempo, è certamente utili riportare l'origine del nome. Un pezzo di qualche anno fa è chiarificatore:
Una delle espressioni che si sente dire spesso fra i runner alessandrini è che il percorso è adatto anche come allenamento collinare ed è così che questa mattina lo start della corsa è stato proprio dalla linea di partenza della Valmilana.
Sulla salita di via Varza
Il percorso, una mix sterrato e asfalto, è segnato quasi per intero, in due - tre punti sterrati si deve andare a sensazione, ma se non ho sbagliato io (campione mondiale del "disorientamento") difficilmente sbaglieranno altri. Il carattere del tracciato attende a farsi sentire; i primi due km infatti sono di pianura, ma già una prima erta fa scattare il campanello d'allarme su quello che potrà accadere. Il suono del gong, più che dell'allert fatica, arriva all'imbocco della salita di via Varza. Una "spaccagambe" anche presa a regimi bassi. Da lì in poi nulla può più spaventare!
La bellezza e la forza del giro, aldilà delle caratteriste tecniche del tracciato, è quello che circonda chi corre o cammina, lo sfondo di colori, profumi e il corollario ondivago caratteristico delle colline dell'alessandrino. Non si può anche non ammirare le ville della zona che testimoniano i fasti del passato per alcune strutture e la ricchezza attuale di altre.
Certo la fatica anche ad andatura di crociera si fa sentire, ma raggiunta la linea di arrivo che è la stessa di partenza resta il retrogusto della soddisfazione di aver corso in un luogo davvero speciale.
Non so se a settembre possa celebrarsi la gara così come l'abbiamo vissuta in questi anni, certamente potete vivere il Giro del Morto come turisti del podismo!
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