sabato 20 giugno 2020

Aldo Rock:"Nella vita fare pratica vuol dire avere cicatrici"

Ho cercato qualche notizia sportiva leggera, anche una good news, un qualcosa per poter uscire dal turbine dei pensieri negativi per quanto successo ieri ad Alex Zanardi.
C'è sempre bisogno di parole che tocchino nel profondo, che stimolino le endorfine senza per forza di cose mettersi a correre o praticare uno sport di endurance per conquistare quella pace che noi podisti conosciamo nel post allenamento.

A volte arrivano inaspettate da qualcuno, ma si sa "verba volant"; la lettura è certamente lo strumento migliore per emozionarsi e trovare anche solo in una metafora lo spunto per un pensiero diverso o per una carica adrenalinica nuova. Chi non ha sul proprio comodino il libro preferito da cui trovare ispirazione rileggendo alcuni capitoli o paragrafi significativi?

Certi giorni non basta, si prova a rifugiarsi nei classici. Non quelli della cultura, ma nei punti di riferimento dei giorni nostri come il Buongiorno di Gramellini, ma oggi si ricade nel tranello dell'angoscia, pur emozionandosi per la sua infinita capacità di rendere speciale l'unione delle parole, delle lettere, degli spazi, del detto e dell'immaginato in un turbillon emotivo e creativo che, ai giorni nostri, è difficile trovare nel giornalismo moderno. La parola giusta è probabilmente "umanità" quella che sembra aver perduto l'essere umano del 3° millennio.

Il 2020 è e sarà indimenticabile. Da inizio anno abbiamo imparato parole nuove, perlopiù inglesi per indicare condizioni, stili di vita, modi di essere. Per tante generazioni l'esperienza con una ristrettezza della libertà personale, assolutamente giustificata dall'emergenza sanitaria, ma che anzichè essere un'opportunità, è stata l'occasione per essere ancora più distanti, ognuno radicato nelle proprie convinzioni. Quasi tutte destrutturate e prive di una reale considerazione collettiva e di collettività.

Forse non c'è una good news, forse anche le parole di Aldo Rock, al secolo Aldo Calandro, sono solo parole gettate nel mare degli sportivi alla costante ricerca di motivazioni e di qualcuno che sappia spezzare il ritmo della monotonia, della routine, con un colpo di penna gagliardo.

Scrive Aldo e lo sento con la sua caratteristica voce:" Nella vita fare pratica vuol dire avere cicatrici". Ma quanto devono essere profonde per raggiungere una meta o semplicemente uno status equo accettabile?

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