Lo sono perchè la malattia quando riguarda un uomo o una donna che hanno una popolarità settoriale o trasversale hanno nelle loro corde una cassa di risonanza maggiore rispetto ad altre certamente da seguire, ma che indubbiamente non raggiungono le pagine dei giornale o dei servizi tv.
Paura, rabbia, lotta, resistenza. Queste le prime parole ripensando a questi mesi del calciatore ed ora allenatore serbo. Nell'estate scorsa la scoperta della leucemia; la conferenza stampa, il viso tirato, le sue parole che non nascondono la paura e lo shock iniziale alla notizia della malattia. La presenza sul campo alla prima di campionato nonostante le cure che inevitabilmente lo stavano rendendo fisicamente un altro uomo da quello che conoscevamo; il trapianto di midollo osseo a ottobre e ieri le immagini mentre si allena al centro sportivo di Casteldebole sono rimbalzate su tutti i media.
Il ritorno all'attività sportiva dopo la fine del lockdown è stata l'occasione per rimettersi in gioco, in modo individuale, con un'ora di corsa e qualche addominale come si vede in un video circolato ieri a fine mattinata.
Via il copricapo che ne aveva contraddistinto il periodo delle cure e nel post trapianto; ad un buon passo ha girato su un campo di allenamento adiacente all'entrata. Uno scambio con il DS Bigon e via il ritorno a casa. La sua forza e il suo spirito che l'hanno sempre contraddistinto non può che essere d'esempio.
E poi... appena possibile è uscito a correre!
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