Il velocista sta trascorrendo questo periodo di quarantena a casa con la sua famiglia, nessuna ansia da mancanza di gare, anche se la nostalgia della pista si è fatta sentire e finalmente "lunedì rivediamo la luce" come afferma lo stesso azzurro che potrà riprendere gli allenamenti al campo di atletica.
Cosa rappresenti la pista per Filippo lo spiega lui stesso: "La pista dà senso di appartenenza, è casa. E' quella dimensione fatta di visualizzazioni precise, di gesti rituali. Entri in campo e cominci a scaldarti e in quell'esatto momento inizia la tua trasformazione quotidiana : in ciò che sei davvero".
In questo lungo periodo lontano dal tartan l'atleta, si è adattato alla situazione, senza lamentele.
Filippo allenato dal papà Salvino ha potuto contare sull'aiuto di tutta la famiglia. In giardino tutti sono stati coinvolti negli esercizi con gli attrezzi portati a casa dalla palestra, la mamma Paola, il fratello Giacomo e persino Ettore, un bel labrador nero che ha sorvegliato l'esecuzione della famiglia Tortu.
Qualche andatura, qualche allungo in un boschetto a pochi metri da casa ha completato gli allenamenti del periodo,niente velocità pura, impossibile su terreni sterrati. Il cronometro è stato messo nel cassetto in attesa della fine dell'emergenza.
I ritmi più soft hanno permesso anche a Filippo di dedicarsi ad altre passioni, la lettura, qualche piatto in più, stando comunque sempre attento all'alimentazione e poi c'è lo studio. L'azzurro è iscritto alla prestigiosa Luiss e a maggio lo attende l'esame di matematica.
Alla domanda se sia preoccupato per un eventuale annullamento dei Giochi Olimpici, l'atleta risponde così : "Non riesco guardare oltre un certo lasso di tempo.Anzi, sono concentrato come se i Giochi non fossero stati posticipati. Da ottimista, spero che fra un anno il mondo abbia trovato un antidoto al virus o abbia imparato , se non altro, a conviverci. Senza smettere di vivere."
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