giovedì 30 aprile 2020

Qual è lo scenario delle competizioni nel mondo running? Sarà possibile adempiere a tutte le prescrizioni? La riflessione di un organizzatore

La riflessione di Luca, uno degli organizzatori del Trail del Moscato (di copertina una delle partenze dello scorso anno).
Una lunga riflessione con tante domande a cui al momento non c'è una risposta, ma che serve a comprendere le grandi difficoltà che possono attendere gli organizzatori e di conseguenza il movimento nel prossimo futuro. A voi:


Considerazioni, riflessioni e pensieri sul futuro del running e delle Società sportive.

Ci sono momenti della vita nei quali occorre fermarsi un attimo e riflettere.
Noi della Asd Dynamic Center Valle Belbo che in questi anni abbiamo lottato e faticato per far crescere  Gare ed eventi importanti non solo dal punto di vista sportivo ma anche turistico e sviluppo del territorio delle Langhe e della Valle Belbo con ben 5 manifestazioni come Il Trail del Moscato, il Moscato night Trail a coppie, la Crono vertical del Moscato, Aspettando il Trail del Moscato e per le Mountain bike la GranFondo Pedalanghe del circuito Marathon Cup Specialized, lo stiamo facendo.
Per tentare di dare un futuro a quello che abbiamo creato coinvolgendo e conoscendo in 10 anni centinaia di persone italiane e straniere tra atleti e volontari molti dei quali sono diventati amici e ricorrenti frequentatori delle nostre gare (circa 2800 persone all’anno tra le varie manifestazioni).

Nessuno di noi avrebbe mai immaginato,  se non per un copione di un film,  una sceneggiatura così irreale e piena di incognite per il futuro. Dopo lo tsunami sanitario che ha portato morte, paura, distanze sociali tragedie sociali ed economiche, oggi ma ancor più nei prossimi mesi, vogliamo pensare a come tentare di uscire da questa terribile situazione.
E allora  la domanda per chi come noi ama lo sport in generale, la corsa, il running, il trail, la mountain bike, le gare, è: torneremo come prima? Che ne sarà del nostro mondo sportivo?

Facendo la debita premessa che innanzitutto prima di fare sport e pensare a correre liberi o nelle gare, occorre pensare a risorgere dal punto di vista sanitario sociale ed economico, è comunque importante porsi delle domande nell’ottica dello spirito critico senza seguire degli standard da pensiero unico come assistiamo oggi in Italia con la caccia al runner o a chi tenta di fare attività fisica. La cultura sportiva nel nostro paese è a livelli bassissimi vuoi perché a livello statale non è incentivata vuoi perché non si fa praticamente più nelle scuole. Il runner poi in questi mesi,  è stato visto come l’untore, colui che non rispetta le regole, forse dovuto alla visibilità mediatica negativa che ha avuto il paziente uno che era un runner, occorreva trovare un capro espiatorio per questi mesi di quarantena salvo poi sentire i medici e l’OMS che incentivano la corsa e l’attività motoria per il benessere della persona. Qualche incongruenza c’è.

Oggi si sta a casa, si deve stare a casa, un domani certamente si potrà correre soli o anche in gruppo ma non crediamo  che le cose saranno diverse dallo scenario attuale. Il virus continuerà a circolare e a meno di un vaccino in tempi rapidi, tutti saremo possibili prede. Inoltre anche con un vaccino che uscirà probabilmente non prima del 2021, non è sicuro che tutti riusciranno e/o vorranno vaccinarsi e che poi  sarà efficace su tutti i soggetti. E’ un periodo di incertezza generale. Ciò nonostante bisogna pensare al dopo e ai possibili scenari.

Ad oggi le gare a livello quasi globale sono cancellate fino all’estate e non è detto che anche per il resto dell’anno si potranno fare. Per cui crediamo, pur sperando ancora per il nostro Trail di settembre,  che  occorra mettersi il cuore in pace per il 2020 a meno di clamorose scoperte scientifiche o sparizione nel nulla del virus. Posticipare le date a fine anno serve a poco se non accavallarsi alle altre già programmate con poco rispetto per gli organizzatori ma questo è un altro discorso.

Bisognerà vivere alla giornata mettendo in conto picchi di aumento del virus in circolazione e situazioni di  calma, che comporteranno periodi di aperture e periodi di chiusure a seconda dei focolai.
Per chiunque organizzi sarà difficile se non impossibile programmare qualsiasi evento sia internazionale che nazionale e/o locale.

Consideriamo inoltre che le autorità sanitarie i governi e le amministrazioni pubbliche non si prenderanno per nessun motivo la responsabilità di permettere manifestazioni, se non sotto un rigido protocollo medico sanitario che inevitabilmente porterà a tali e tanti adempimenti che nel migliore dei casi solo più alcune manifestazioni professionistiche potranno essere disputate, senza dimenticare che ad oggi esiste anche un piano sicurezza che non pochi problemi ha dato alle  manifestazioni in generale …gare,  sagre, concerti ecc.

Quali potranno essere allora gli adempimenti da rispettare per il 2021?.....….proviamo solo a immaginare alcune ipotesi.

In primis, che ruolo avrà la paura del virus ? Gli abitanti del paese dove si svolgerà la gara saranno disposti ad accogliere decine se non centinaia di persone che si riversano nelle piazze parcheggi negozi bar ecc…?
Per i Certificati medici occorrerà  anche un certificato no covid o il tampone o una patente di immunità che lascia il tempo che trova in quanto non si sa se efficace?
Come si farà a rispettare la distanza sociale? E le partenze?
Ci sarà un limitazione geografica in base alla provenienza degli atleti?
Sarà valida una autocertificazione ? Fino ad oggi dal punto di vista legale non potevi certificare il tuo stato di salute e ben lo sanno gli organizzatori di gare che anche se te la fanno compilare è un proforma perchè comunque se succede qualcosa sono responsabili penalmente. Poi scopriamo che in emergenza coronavirus lo Stato ti chiede di autocertificare che non sei malato e ti sanziona penalmente se dichiari  il falso….ma ci chiediamo…se nessun ente medico preposto ti ha fatto il tampone come fai a saperlo? Quindi anche qui incertezza totale e confusione.
Come ci si comporta per le iscrizioni, i pettorali, il pre gara, gli spogliatoi, le docce e gabinetti? Una organizzazione attrezzata con ampia disponibilità economica può fare molto con iscrizioni on line e avere decine di volontari, ma una ASD piccola con la gara di paese o una non competitiva come farà? O una gara su pista o anche su strada di paese?

Per i Trail sarà ancora più complicato.
L’atleta o il semplice amatore dovrà aver rispettato una quarantena per gareggiare?
Oltre alla distanza sociale già di per se difficilissima da adottare, si potrà ancora usare la palestra nel puro spirito trail e se si, occorrerà predisporre distanze e sanificazione? La distribuzione pettorali e pacco gara? Il luogo di gara idoneo? Gli addetti a tutto ciò come si farà a garantirne l’incolumità?
Le partenze come si faranno?  Si ipotizzano partenze separate con il chip, ma in questo caso quanto tempo dovrà durare una gara con più di 200 persone? Occorreranno delle griglie e come?  Come distanziare gli atleti alla partenza e sul percorso? Chi controlla? E come?
Occorreranno le mascherine? Occorrerà un controllo temperatura?
E sui sentieri a i ristori e nei punti critici chi controllerà?
I ristori saranno  senza personale con confezioni monouso e bottiglie d’acqua? 
Le gare più lunghe saranno in completa autonomia?
Per la sicurezza sul percorso forse occorreranno  dotazioni satellitari per i concorrenti, molta più assistenza medica con protezioni e in grado di monitorare  più parti del percorso  in quanto i volontari presenti ai ristori, quad, moto, ebike, alpini, ecc potrebbero non poter rimanere sul percorso se non anche loro con certificato no covid o un tampone, che va bene per il momento in cui viene effettuato e non  garantisce che il giorno dopo magari prima della gara potresti esserti infettato. I volontari inoltre sono per la maggior parte persone anziane per cui scordiamoci di poterli usare anche e soprattutto per la loro incolumità.
Poi all’arrivo come sarà la gestione degli spogliatoi, delle docce, dei gabinetti (da sanificare?),  del ristoro finale, delle premiazioni?
E il Pasta party che nel nostro caso era un vero e proprio pranzo, una festa con prodotti del territorio? Quale distanza tenere, chi lo gestisce e quali saranno le limitazioni sanitarie ?

Queste sono solo alcune domande che ci siamo posti e abbiamo il timore, non per essere pessimisti ma per una realtà in essere, che tali e tante saranno le disposizioni sanitarie imposte che forse solo pochissime organizzazioni sportive e non, (quelle che già ora lo fanno per professione ) potranno nel futuro organizzare qualche manifestazione a meno di una sorta di manleva sulla responsabilità penale degli organizzatori in caso di contagio che permetta anche alle piccole ASD o Proloco di poter organizzare un evento.  E se anche per il rotto della cuffia si potessero organizzare  ma senza terzo tempo e la socialità che ne derivava, fattore e componente importante  delle gare ed eventi,  avrebbe senso?

Certamente la salute in primis e su questo non si discute, ma se le autorità dovessero andare un po’ più in la del buon senso con impossibili e strette norme sanitarie da rispettare, (basta leggere alcune proposte sulla questione delle linee guida della FiDAL no stadia e su manifestazioni e impianti), sarà forse  inevitabilmente la fine di migliaia di gare ed eventi con buona pace anche della FIDAL e degli Enti di promozione, che vivono e si sostengono con gli introiti sulle gare e sui tesserati.
Quale ASD si affilierà o tessererà i propri atleti se poi la maggioranza non potrà partecipare a gare perché il 90 per cento e forse più delle ASD non saranno in grado di organizzare una gara sociale o anche solo di Paese per le troppe restrizioni?

Già oggi i costi affiliazioni, oboli vari da pagare alla Fidal e EPS, costi del  piano di sicurezza, ristori pasta party, pacco gara ecc ecc  hanno cifre importanti, se si aggiungeranno poi gli inevitabili costi delle future regole sanitarie e la soggettiva RESPONSABILITA’ PENALE degli organizzatori in caso di contagio durante la gara, dubitiamo sul futuro del movimento running almeno inteso come adesso. Ma dubitiamo anche per il futuro degli impianti sportivi minori gestiti da Asd in quanto tanti e tali saranno i requisiti di sicurezza che non sarà conveniente aprire anche per mancanza di personale e fondi. Sopravviveranno  i più grandi con ampie risorse ma così il movimento di base sarà destinato a estinguersi poco per volta.

Quali saranno inoltre le decisioni  degli Amministratori Locali e dei Prefetti che dovranno dare il permesso per la manifestazione?  E chi sarà disposto a sponsorizzare una manifestazione, sia un privato sia un ente locale che un Ente Turistico o una fondazione (che già faticavano  a concederti un contributo ) sapendo già in anticipo che se ci sarà un lockdown o confinamento  in base a nuovi focolai, l’evento non si terrà o sapendo che il gioco non vale la candela perché magari ci sarà un limite di partecipanti e quindi la sponsorizzazione non da nessun ritorno?

Chi deciderà per il futuro del running dovrà pensare molto e molto bene a come dare la possibilità a questo sport di sopravvivere  che è il terzo in Italia per praticanti  con un tasso di crescita negli ultimi anni di oltre il 4 % ogni anno e che muove con l’indotto, i negozi sportivi, tutte le aziende del settore, il turismo l’enogastronomia  ecc ecc  qualche miliardo di euro….

Qui di seguito elenchiamo alcuni dati presi da Sporteconomy prima del virus . (di Marcel Vulpis)

Sugli scenari economico-sportivi dei prossimi anni si va sempre più delineando un modello di sviluppo e business, che prende origine da quell’attività senza frontiere e barriere conosciuta con il termine running.
In Italia, per esempio, si stimano 7.635.367 persone (fra i 16 ed i 69 anni), interessate a praticare regolarmente jogging/running (Nielsen Sports/DNA maggio 2017).
Il running è al terzo posto del Focus Italia degli sport più praticati, con il maggiore tasso di crescita negli ultimi 4 anni (+3,2%).
Se si allarga l’orizzonte di questo scenario futuribile, attraverso il monitoraggio dello sport in ambito internazionale, ci si trova di fronte a più di 630 milioni di sportivi attivi, di cui ben 173,2 milioni sono runner (il 27,6% del campione intervistato). Inoltre, bisogna aggiungere 84,56 milioni di utenti (13,5%), che puntano al benessere personale, attraverso la “camminata veloce” (walking). Gli sport praticabili all’esterno (outdoor), e senza l’esigenza di strutture definite, pertanto, stanno registrando un’accelerazione mai raggiunta nel recente passato.
da un analisi  livello internazionale siamo di fronte a circa 630 milioni di sportivi attivi, di cui circa 174 milioni sono runner, in italia si stimano circa 7,5 milioni di persone tra i 16 e 70 anni interessate a praticare jogging e running



Se non ci si penserà bene sarà la fine per migliaia di ASD  e società sportive, fine dell’indotto creato in termini di turismo attività di paese, negozi, ricettività, turismo, enogastronomia ecc. ecc.  ma la domanda finale che chi come noi ha già superato la soglia dei 50 anni è :
premesso e assodato  che molto probabilmente questi importanti adempimenti sanitari e legislativi verranno imposti in che termini vedremo, saremo o saranno in grado le istituzioni di toglierli una volta passata la bufera oppure rimarranno in quanto è molto più facile mantenere un regolamento o una legge piuttosto che abrogarla? Non si dimentichi che l’aumento della burocrazia incrementa un mercato di indotto che comporta sempre più balzelli, per spese di permessi, certificazioni sanitarie ecc ecc. Quindi alti introiti con duplicazioni di documenti e personale necessario… il tutto a pagamento. In Italia siamo dei maestri in questo.
Questa sarà la grande sfida….saper ritornare sui propri passi quando il pericolo sarà completamente sotto controllo.

Perché se questa situazione e le future regole sanitarie che ci saranno continuassero nel 2021 o anche pensiamo purtroppo nel 2022, questo non sarà più  il mondo che farà per noi almeno per quanto riguarda le gare. I costi e le responsabilità sarebbero troppo alti e poi..……. l’uomo è un animale sociale e tale deve rimanere altrimenti occorrerà mettere da parte la nostra socialità e la nostra società imposta da qualcuno in cambio della nostra sicurezza.
Eloquenti segnali di queste imposizioni forzate nel nome della nostra sicurezza sono sotto gli occhi di tutti e su questo argomento non ci dilunghiamo oltre in quanto non può esistere un pensiero unico basta vedere  all’estero dove non si comportano come noi in fatto di restrizioni.
Siamo proprio sicuri che è quello che vogliamo o vorremo per il nostro futuro e per i nostri figli?
Attenzione ad abituarsi a tutto ciò.

Ad oggi si sta e si deve stare fermi per rispetto alle migliaia di morti e ricoverati. Ma tutto questo purtroppo si è verificato anche grazie alla classe politica che con tagli indiscriminati ha contribuito al disastro di questa portata. Occorre però non dimenticare che chi ci ha amministrato negli ultimi 20-30 anni è stato votato da noi in cambio di promesse che guardavano all’immediato senza una idea e una visione di futuro come lo avevano i nostri nonni dopo la guerra. Chi ci comanda è lo specchio della nostra società, delle nostre scelte, quindi di noi stessi.

Ovviamente speriamo che questi nostri pensieri espressi su carta rimangano solo elucubrazioni della mente in quarantena. Vogliamo essere ottimisti nel credere che nel futuro, speriamo non troppo lontano, ci si strutturi per una società più sostenibile equa e di buon senso in tutte le vicende della vita, dove venga riconosciuto allo sport un alto valore sociale accessibile a tutti e non solo economico facilitandone la fruizione senza eccessive misure burocratiche.
Un futuro dove le distanze sociali sia fisiche che economiche possano ridursi, dove ci si possa abbracciare alla partenza e all’arrivo di una gara, per strada, al ristorante, ad un concerto, in uno stadio, in un parco oppure poter consolare e piangere sulla spalla di un amico o un famigliare ad un funerale, (oggi e per chissà quanto tempo, questo sarà ancora precluso) perché questa è la nostra vita, il nostro modo di essere nel dimostrare amore, rabbia, dolore, sofferenza, gioia, con il contatto fisico ……..da quando è nato l’uomo.

Tutto crediamo dipenderà purtroppo da chi, tra coloro che dominano gli scenari mondiali, troverà il vaccino attorno al quale girano interessi enormi, quando decideranno di metterlo in circolazione e se lo condivideranno con il mondo senza richiedere in cambio qualche estrema concessione economica o sociale…....e qui l’Italia e gli italiani c’entrano poco.

In attesa, è meglio fermarsi anche se non si sa per quanto.

Asd Dynamic Center Valle Belbo
Trail del Moscato.

Luca






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