Una lunga riflessione con tante domande a cui al momento non c'è una risposta, ma che serve a comprendere le grandi difficoltà che possono attendere gli organizzatori e di conseguenza il movimento nel prossimo futuro. A voi:
Considerazioni, riflessioni e pensieri sul futuro
del running e delle Società sportive.
Ci sono momenti della vita nei quali occorre
fermarsi un attimo e riflettere.
Noi della Asd Dynamic Center Valle Belbo che in
questi anni abbiamo lottato e faticato per far crescere Gare ed eventi importanti non solo dal punto
di vista sportivo ma anche turistico e sviluppo del territorio delle Langhe e
della Valle Belbo con ben 5 manifestazioni come Il Trail del Moscato, il
Moscato night Trail a coppie, la Crono vertical del Moscato, Aspettando il
Trail del Moscato e per le Mountain bike la GranFondo Pedalanghe del circuito Marathon
Cup Specialized, lo stiamo facendo.
Per tentare di dare un futuro a quello che abbiamo
creato coinvolgendo e conoscendo in 10 anni centinaia di persone italiane e
straniere tra atleti e volontari molti dei quali sono diventati amici e
ricorrenti frequentatori delle nostre gare (circa 2800 persone all’anno tra le
varie manifestazioni).
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato, se non per un copione di un film, una sceneggiatura così irreale e piena di
incognite per il futuro. Dopo lo tsunami sanitario che ha portato morte, paura,
distanze sociali tragedie sociali ed economiche, oggi ma ancor più nei prossimi
mesi, vogliamo pensare a come tentare di uscire da questa terribile situazione.
E allora la
domanda per chi come noi ama lo sport in generale, la corsa, il running, il
trail, la mountain bike, le gare, è: torneremo come prima? Che ne sarà del
nostro mondo sportivo?
Facendo la debita premessa che innanzitutto prima
di fare sport e pensare a correre liberi o nelle gare, occorre pensare a
risorgere dal punto di vista sanitario sociale ed economico, è comunque
importante porsi delle domande nell’ottica dello spirito critico senza seguire
degli standard da pensiero unico come assistiamo oggi in Italia con la caccia
al runner o a chi tenta di fare attività fisica. La cultura sportiva nel nostro
paese è a livelli bassissimi vuoi perché a livello statale non è incentivata
vuoi perché non si fa praticamente più nelle scuole. Il runner poi in questi
mesi, è stato visto come l’untore, colui
che non rispetta le regole, forse dovuto alla visibilità mediatica negativa che
ha avuto il paziente uno che era un runner, occorreva trovare un capro
espiatorio per questi mesi di quarantena salvo poi sentire i medici e l’OMS che
incentivano la corsa e l’attività motoria per il benessere della persona.
Qualche incongruenza c’è.
Oggi si sta a casa, si deve stare a casa, un domani
certamente si potrà correre soli o anche in gruppo ma non crediamo che le cose saranno diverse dallo scenario
attuale. Il virus continuerà a circolare e a meno di un vaccino in tempi rapidi,
tutti saremo possibili prede. Inoltre anche con un vaccino che uscirà probabilmente
non prima del 2021, non è sicuro che tutti riusciranno e/o vorranno vaccinarsi e
che poi sarà efficace su tutti i
soggetti. E’ un periodo di incertezza generale. Ciò nonostante bisogna pensare
al dopo e ai possibili scenari.
Ad oggi le gare a livello quasi globale sono
cancellate fino all’estate e non è detto che anche per il resto dell’anno si
potranno fare. Per cui crediamo, pur sperando ancora per il nostro Trail di
settembre, che occorra mettersi il cuore in pace per il 2020
a meno di clamorose scoperte scientifiche o sparizione nel nulla del virus.
Posticipare le date a fine anno serve a poco se non accavallarsi alle altre già
programmate con poco rispetto per gli organizzatori ma questo è un altro
discorso.
Bisognerà vivere alla giornata mettendo in conto picchi
di aumento del virus in circolazione e situazioni di calma, che comporteranno periodi di aperture e
periodi di chiusure a seconda dei focolai.
Per chiunque organizzi sarà difficile se non
impossibile programmare qualsiasi evento sia internazionale che nazionale e/o
locale.
Consideriamo inoltre che le autorità sanitarie i
governi e le amministrazioni pubbliche non si prenderanno per nessun motivo la
responsabilità di permettere manifestazioni, se non sotto un rigido protocollo
medico sanitario che inevitabilmente porterà a tali e tanti adempimenti che nel
migliore dei casi solo più alcune manifestazioni professionistiche potranno
essere disputate, senza dimenticare che ad oggi esiste anche un piano sicurezza
che non pochi problemi ha dato alle
manifestazioni in generale …gare,
sagre, concerti ecc.
Quali
potranno essere allora gli adempimenti da rispettare per il 2021?.....….proviamo
solo a immaginare alcune ipotesi.
In primis, che ruolo avrà la paura del virus ? Gli
abitanti del paese dove si svolgerà la gara saranno disposti ad accogliere
decine se non centinaia di persone che si riversano nelle piazze parcheggi
negozi bar ecc…?
Per i Certificati medici occorrerà anche un certificato no covid o il tampone o
una patente di immunità che lascia il tempo che trova in quanto non si sa se
efficace?
Come si farà a rispettare la distanza sociale? E le
partenze?
Ci sarà un limitazione geografica in base alla
provenienza degli atleti?
Sarà valida una autocertificazione ? Fino ad oggi
dal punto di vista legale non potevi certificare il tuo stato di salute e ben
lo sanno gli organizzatori di gare che anche se te la fanno compilare è un
proforma perchè comunque se succede qualcosa sono responsabili penalmente. Poi
scopriamo che in emergenza coronavirus lo Stato ti chiede di autocertificare
che non sei malato e ti sanziona penalmente se dichiari il falso….ma ci chiediamo…se nessun ente
medico preposto ti ha fatto il tampone come fai a saperlo? Quindi anche qui
incertezza totale e confusione.
Come ci si comporta per le iscrizioni, i pettorali,
il pre gara, gli spogliatoi, le docce e gabinetti? Una organizzazione
attrezzata con ampia disponibilità economica può fare molto con iscrizioni on
line e avere decine di volontari, ma una ASD piccola con la gara di paese o una
non competitiva come farà? O una gara su pista o anche su strada di paese?
Per i Trail sarà ancora più complicato.
L’atleta o il semplice amatore dovrà aver
rispettato una quarantena per gareggiare?
Oltre alla distanza sociale già di per se
difficilissima da adottare, si potrà ancora usare la palestra nel puro spirito
trail e se si, occorrerà predisporre distanze e sanificazione? La distribuzione
pettorali e pacco gara? Il luogo di gara idoneo? Gli addetti a tutto ciò come si
farà a garantirne l’incolumità?
Le partenze come si faranno? Si ipotizzano partenze separate con il chip, ma
in questo caso quanto tempo dovrà durare una gara con più di 200 persone? Occorreranno
delle griglie e come? Come distanziare
gli atleti alla partenza e sul percorso? Chi controlla? E come?
Occorreranno le mascherine? Occorrerà un controllo
temperatura?
E sui sentieri a i ristori e nei punti critici chi
controllerà?
I ristori saranno senza personale con confezioni monouso e
bottiglie d’acqua?
Le gare più lunghe saranno in completa autonomia?
Per la sicurezza sul percorso forse occorreranno dotazioni satellitari per i concorrenti, molta
più assistenza medica con protezioni e in grado di monitorare più parti del percorso in quanto i volontari presenti ai ristori, quad,
moto, ebike, alpini, ecc potrebbero non poter rimanere sul percorso se non
anche loro con certificato no covid o un tampone, che va bene per il momento in
cui viene effettuato e non garantisce
che il giorno dopo magari prima della gara potresti esserti infettato. I volontari
inoltre sono per la maggior parte persone anziane per cui scordiamoci di
poterli usare anche e soprattutto per la loro incolumità.
Poi all’arrivo come sarà la gestione degli
spogliatoi, delle docce, dei gabinetti (da sanificare?), del ristoro finale, delle premiazioni?
E il Pasta party che nel nostro caso era un vero e
proprio pranzo, una festa con prodotti del territorio? Quale distanza tenere,
chi lo gestisce e quali saranno le limitazioni sanitarie ?
Queste sono solo alcune domande che ci siamo posti
e abbiamo il timore, non per essere pessimisti ma per una realtà in essere, che
tali e tante saranno le disposizioni sanitarie imposte che forse solo
pochissime organizzazioni sportive e non, (quelle che già ora lo fanno per
professione ) potranno nel futuro organizzare qualche manifestazione a meno di
una sorta di manleva sulla responsabilità penale degli organizzatori in caso di
contagio che permetta anche alle piccole ASD o Proloco di poter organizzare un
evento. E se anche per il rotto della
cuffia si potessero organizzare ma senza
terzo tempo e la socialità che ne derivava, fattore e componente importante delle gare ed eventi, avrebbe senso?
Certamente
la salute in primis e su questo non si discute, ma se le autorità dovessero
andare un po’ più in la del buon senso con impossibili e strette norme
sanitarie da rispettare, (basta leggere alcune proposte sulla questione delle
linee guida della FiDAL no stadia e su manifestazioni e impianti), sarà forse inevitabilmente la fine di migliaia di gare ed
eventi con buona pace anche della FIDAL e degli Enti di promozione, che vivono
e si sostengono con gli introiti sulle gare e sui tesserati.
Quale ASD si affilierà o tessererà i propri atleti
se poi la maggioranza non potrà partecipare a gare perché il 90 per cento e
forse più delle ASD non saranno in grado di organizzare una gara sociale o anche
solo di Paese per le troppe restrizioni?
Già oggi i costi affiliazioni, oboli vari da pagare
alla Fidal e EPS, costi del piano di
sicurezza, ristori pasta party, pacco gara ecc ecc hanno cifre importanti, se si aggiungeranno
poi gli inevitabili costi delle future regole sanitarie e la soggettiva RESPONSABILITA’
PENALE degli organizzatori in caso di contagio durante la gara, dubitiamo sul
futuro del movimento running almeno inteso come adesso. Ma dubitiamo anche per
il futuro degli impianti sportivi minori gestiti da Asd in quanto tanti e tali
saranno i requisiti di sicurezza che non sarà conveniente aprire anche per
mancanza di personale e fondi. Sopravviveranno
i più grandi con ampie risorse ma così il movimento di base sarà
destinato a estinguersi poco per volta.
Quali saranno inoltre le decisioni degli Amministratori Locali e dei Prefetti che
dovranno dare il permesso per la manifestazione? E chi sarà disposto a sponsorizzare una
manifestazione, sia un privato sia un ente locale che un Ente Turistico o una
fondazione (che già faticavano a
concederti un contributo ) sapendo già in anticipo che se ci sarà un lockdown o
confinamento in base a nuovi focolai,
l’evento non si terrà o sapendo che il gioco non vale la candela perché magari
ci sarà un limite di partecipanti e quindi la sponsorizzazione non da nessun
ritorno?
Chi deciderà per il futuro del running dovrà
pensare molto e molto bene a come dare la possibilità a questo sport di
sopravvivere che è il terzo in Italia
per praticanti con un tasso di crescita
negli ultimi anni di oltre il 4 % ogni anno e che muove con l’indotto, i negozi
sportivi, tutte le aziende del settore, il turismo l’enogastronomia ecc ecc
qualche miliardo di euro….
Qui di seguito elenchiamo alcuni dati presi da Sporteconomy prima del
virus . (di Marcel Vulpis)
Sugli scenari
economico-sportivi dei prossimi anni si va sempre più delineando un modello di
sviluppo e business, che prende origine da quell’attività senza frontiere e
barriere conosciuta con il termine running.
In Italia, per
esempio, si stimano 7.635.367 persone (fra i 16 ed i 69 anni), interessate a
praticare regolarmente jogging/running (Nielsen Sports/DNA maggio 2017).
Il running è al
terzo posto del Focus Italia degli sport più praticati, con il maggiore tasso
di crescita negli ultimi 4 anni (+3,2%).
Se si allarga
l’orizzonte di questo scenario futuribile, attraverso il monitoraggio dello
sport in ambito internazionale, ci si trova di fronte a più di 630 milioni di
sportivi attivi, di cui ben 173,2 milioni sono runner (il 27,6% del campione
intervistato). Inoltre, bisogna aggiungere 84,56 milioni di utenti (13,5%), che
puntano al benessere personale, attraverso la “camminata veloce” (walking). Gli
sport praticabili all’esterno (outdoor), e senza l’esigenza di strutture
definite, pertanto, stanno registrando un’accelerazione mai raggiunta nel
recente passato.
da un analisi livello internazionale siamo di fronte a
circa 630 milioni di sportivi attivi, di cui circa 174 milioni sono runner, in
italia si stimano circa 7,5 milioni di persone tra i 16 e 70 anni interessate a
praticare jogging e running
Se non ci si
penserà bene sarà la fine per migliaia di ASD
e società sportive, fine dell’indotto creato in termini di turismo
attività di paese, negozi, ricettività, turismo, enogastronomia ecc. ecc. ma la domanda finale che chi come noi ha già
superato la soglia dei 50 anni è :
premesso e
assodato che molto probabilmente questi
importanti adempimenti sanitari e legislativi verranno imposti in che termini
vedremo, saremo o saranno in grado le istituzioni di toglierli una volta
passata la bufera oppure rimarranno in quanto è molto più facile mantenere un
regolamento o una legge piuttosto che abrogarla? Non si dimentichi che l’aumento
della burocrazia incrementa un mercato di indotto che comporta sempre più
balzelli, per spese di permessi, certificazioni sanitarie ecc ecc. Quindi alti
introiti con duplicazioni di documenti e personale necessario… il tutto a pagamento. In Italia siamo dei maestri in
questo.
Questa sarà
la grande sfida….saper ritornare sui propri passi quando il pericolo sarà
completamente sotto controllo.
Perché se questa situazione e le future regole
sanitarie che ci saranno continuassero nel 2021 o anche pensiamo purtroppo nel
2022, questo non sarà più il mondo che
farà per noi almeno per quanto riguarda le gare. I costi e le responsabilità
sarebbero troppo alti e poi..……. l’uomo è un animale sociale e tale deve
rimanere altrimenti occorrerà mettere da parte la nostra socialità e la nostra
società imposta da qualcuno in cambio della nostra sicurezza.
Eloquenti segnali di queste imposizioni forzate nel
nome della nostra sicurezza sono sotto gli occhi di tutti e su questo argomento
non ci dilunghiamo oltre in quanto non può esistere un pensiero unico basta
vedere all’estero dove non si comportano
come noi in fatto di restrizioni.
Siamo proprio sicuri che è quello che vogliamo o
vorremo per il nostro futuro e per i nostri figli?
Attenzione ad abituarsi a tutto ciò.
Ad oggi si sta e si deve stare fermi per rispetto
alle migliaia di morti e ricoverati. Ma tutto questo purtroppo si è verificato anche
grazie alla classe politica che con tagli indiscriminati ha contribuito al
disastro di questa portata. Occorre però non dimenticare che chi ci ha amministrato
negli ultimi 20-30 anni è stato votato da noi in cambio di promesse che
guardavano all’immediato senza una idea e una visione di futuro come lo avevano
i nostri nonni dopo la guerra. Chi ci comanda è lo specchio della nostra
società, delle nostre scelte, quindi di noi stessi.
Ovviamente speriamo che questi nostri pensieri
espressi su carta rimangano solo elucubrazioni della mente in quarantena. Vogliamo
essere ottimisti nel credere che nel futuro, speriamo non troppo lontano, ci si
strutturi per una società più sostenibile equa e di buon senso in tutte le
vicende della vita, dove venga riconosciuto allo sport un alto valore sociale accessibile
a tutti e non solo economico facilitandone la fruizione senza eccessive misure
burocratiche.
Un futuro dove le distanze sociali sia fisiche che
economiche possano ridursi, dove ci si possa abbracciare alla partenza e
all’arrivo di una gara, per strada, al ristorante, ad un concerto, in uno
stadio, in un parco oppure poter consolare e piangere sulla spalla di un amico
o un famigliare ad un funerale, (oggi e per chissà quanto tempo, questo sarà ancora
precluso) perché questa è la nostra vita, il nostro modo di essere nel dimostrare
amore, rabbia, dolore, sofferenza, gioia, con il contatto fisico ……..da quando
è nato l’uomo.
Tutto crediamo dipenderà purtroppo da chi, tra coloro
che dominano gli scenari mondiali, troverà il vaccino attorno al quale girano
interessi enormi, quando decideranno di metterlo in circolazione e se lo
condivideranno con il mondo senza richiedere in cambio qualche estrema
concessione economica o sociale…....e qui l’Italia e gli italiani c’entrano
poco.
In attesa, è meglio fermarsi anche se non si sa per
quanto.
Asd Dynamic Center Valle Belbo
Trail del Moscato.
Luca
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