sabato 11 aprile 2020

I (neo) lettori i nuovi untori? Librerie aperte, alcuni Regioni adottano scelte diverse

La conferenza stampa di ieri del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ingenerato una serie di polemiche circa la questione economica e l'attacco a due esponenti dell'opposizione, che ha riempito pagine di giornali e di commenti in tv e nei social, ma non è questo il tema del post serale.


Il DPCM atteso prima di Pasqua ha sancito tra le altre cose, la riapertura delle librerie e anche questo aspetto è stato oggetto di attenzioni, critiche se vogliamo. A trattare l'argomento su La Repubblica è Michele Serra che loda il messaggio che viene lanciato dal Governo, dallo Stato, da chi è deputato a pensare per la collettività:" Se un libro è come il pane" il titolo. Non c'è una domanda, ma una affermazione di base. Leggere è considerato un bene primario al pari di mangiare, un libro come un piatto di pasta al ragù o di una bistecca ai ferri. Le similitudini sono mie e sono dettate dal pensiero di cibi comuni che si trovano sulla tavola di tutti gli italiani, vegetariani e sfumature vegan a parte.

Un libro non deve essere un piatto ricercato o un vino di nicchia, deve avere la caratteristica mutevole e modellabile di un sapore che si avvicina al palato delle persone cambiando forma, colore e sapore a seconda delle sensibilità dei singoli. Certo c'è chi trova morbido un Nepente di Oliena e che forte un Grignolino del Monferrato, sta al degustatore scegliere nel mucchio il giusto nettare.

Ecco che quella scelta è a portata di mano dal 14 di aprile, così ha deciso il Governo. In queste 18 ore ho immaginato che i nuovi untori fossero i lettori, anzi coloro che pur di uscire di casa avrebbero messo il piede per la prima volta in una libreria. Spauriti all'inizio dal quadrato al centro dell'ambiente degli ultimi arrivi, le scritte a media altezza di colori differenti a indicare la tipologia dei libri presenti; la ricerca spasmodica di indicazioni per comprendere quale libro possa essere d'interesse. Qualche habituè che si avvicina per indicare la 4^ di copertina per un flash sul contenuto.

Una, due, tre uscite al giorno cambiando di volta in volta libreria. "Par condicio verso le attività della propria città"! La sento già risuonare come scusa al controllo delle forze dell'ordine.

No, i lettori e i neo lettori non saranno i nuovi untori. La Regione Piemonte (anche la Lombardia) è orientata, si attende solo l'ufficialità, nel mantenere lo status quo. Libri e oggetti di cartolibreria resteranno in vendita nei supermercati, la decisione se verrà applicata è comunque nel pieno rispetto delle regole, ogni Regione infatti può inasprire il regime di restrizioni valutando il proprio stato di emergenza.

Non è mia intenzione polemizzare, un amministratore ha certamente sottomano il quadro generale per prendere decisioni in linea con la tutela della collettività, ma untori a parte che è chiaramente uno scherzo dialettico, il pensiero che una delle prima attività a riprendere, anche prima della Fase 2, cioè quella della condivisione con il virus in una parvenza di ripresa della quotidianità, potesse essere con le librerie era un segnale forte sull'importante della Cultura.

Per completezza d'informazione c'è anche da dire che non tutti i librai erano o sono d'accordo con la riapertura, l'accezione posta è sul pericolo contagio, il non voler essere cavie per l'esperimento di ripresa.

Chiudo con il grassetto (in giallo su La Repubblica) di Serra:

"Ha un valore simbolico, come si usa dire, così evidente che davvero non vale la pena a disquisire sulle intenzioni recondite di una misura dal significato lampante: la Cultura è come il pane e il libro è l'oggetto culturale per eccellenza, a dispetto di ogni sua mutazione tecnologica o merceologica".





seguite il CALENDARIO Bio Correndo per gli aggiornamenti

Il negozio per i Podisti e non solo!

Nessun commento:

Posta un commento