venerdì 10 aprile 2020

Emergenza Coronavirus: Stop fino al 3 maggio, poche le attività suppletive aperte dal 14 aprile

La conferenza stampa di Conte è arrivata. Rilanciata e attesa tutto il giorno alle 19:35 la parola al Presidente del Consiglio che apre con una pillola dolce: "La curva dei contagi è incoraggiante.
Ci sono evidenti indicazioni che le misure fin qui adottate stiano dando dei frutti. Non si deve cedere ora, non si deve perdere ciò che è stato conquistato fino ad ora. La soglia dell'attenzione deve rimanere alta"

La ripetizioni delle parole è forse stabilita per dar forza ai singoli periodi. La voce è ancora netta e precisa.

"Siamo impazienti di ripartire, ma non ancora. Non nelle festività di Pasqua, non il 25 aprile, non per il ponte del 1° maggio. Dopo il 3 maggio si può pensare di ripartire, dipenderà dal nostro comportamento, dobbiamo rispettare le regole anche in questi giorni di festa. Lo stop vale anche per le attività produttive. Dobbiamo pensare alla tutela della salute che è al primo posto, ma anche la tenuta del tessuto socio produttivo deve essere considerato. Vorremo far ripartire tutti il motore a pieno regime, ma non siamo ancora in quelle condizioni. Però se anche prima del 3 maggio ci fossero le condizioni provvederemo di conseguenza"

Una piccola apertura dal 14 aprile "Cum grano salis": riapriranno le cartolibrerie, le librerie, le attività per neonati/bambini. La silvicoltura (taglio dei boschi) e le attività forestali.

Non possiamo permetterci che la curva dei contagi si rialzi

Il tono cambia e si fa più a tambur battente.

"La fase 2: non possiamo aspettare che il virus scompaia dal nostro territorio. Ci sono due tavoli: Istituzione di un gruppo di lavoro di esperti (nuovi modelli organizzativi che tengano anche conto della qualità della vita), tutela e la sicurezza dei luoghi del lavoro".

Arriva la questione economica che tanto sta interessando e dividendo l'opinione pubblica in questo momento:" Servono 1500 miliardi di euro per fronteggiare l'emergenza a livello europeo, uno sforzo mai affrontato in tempo di pace". Prosegue Conte:" Il lavoro di un fondo finanziato in una condivisione economica dello sforzo tramite gli Eurobond con le risorse di una economia in un tempo di guerra, bisogna agire non si può arrivare tardi se lo facessimo potremmo deprimere troppo la nostra economia".

..." è prevista una cassa integrazione europea, ma lo strumento più adeguato è l'Eurobond. Il Mes? In Italia si è elevato un dibattito legittimo e vivace; un lavoro di ragionamento che verrà fatto con chiarezza in Parlamento".

Il tono cambia ancora, emerge un nervosismo improvviso e una sterzata e sferzata decisa: "Il MES esiste dal 2012 e non è nato questa notte come falsamente e irresponsabilmente qualcuno ha dichiarato. Questo gruppo di governo non lavora nell'oscuro delle tenebre, guarda in faccia le persone. L'Eurogruppo, non l'Italia, ha lavorato a una linea di credito diversa e l'Italia NON ha creato nessuna attivazione del MES perchè, lo ribadisco, è totalmente inadeguato a questa emergenza. Una battaglia con 8 stati che vogliono una nuova linea di credito diversa dal Mes, vogliamo avere nuovi strumenti finanziari e lavoreremo per questa battaglia che vogliamo vincere. Strumenti finanziari nuovi per gli investimenti, al momento sono affermazioni di principio, dobbiamo ancora lavorare, ma anche gli altri stati hanno accettato di lavorare per il futuro ma che sia già applicabile nel presente".

"Le menzogne e le falsità ci fanno male e non fanno male a Conte ma all'Italia come forza negoziale. Abbiamo bisogno di coesione e lotteremo per gli Eurobond. La risposta comune è ambiziosa e non può che essere così e dobbiamo inventarci nuovi strumenti perchè la sfida è nuova e difficile. Con la tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti che è l'unico modo per fronteggiare i mercati globali"

Le domande ai giornalisti chiudono la conferenza stampa non prima degli auguri di Pasqua.


Intanto la situazione in Piemonte è sempre con dei segni positivi (in rialzo), segno che la difficoltà nella regione di Bio Correndo è ancora difficile:

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è di 1.021 (156 in più di ieri): 60 (+4) in provincia di Alessandria, 56 (+11) in provincia di Asti, 50 (+6) in provincia di Biella, 99 (+9) in provincia di Cuneo, 62 (+20) in provincia di Novara, 564 (+91) in provincia di Torino, 66 (+7) in provincia di Vercelli, 47 (+6) nel Verbano-Cusio-Ossola, 17 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 943 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.




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