martedì 10 marzo 2020

Ondina Valla un'atleta che ha vinto anche contro i pregiudizi.

La data convenzionale per festeggiare le donne è l'8 marzo, ma gli aggiornamenti relativi all'attualità del coronavirus hanno avuto il sopravvento.



Le ricorrenze sono però simboliche, quindi oggi 10 marzo vogliamo ricordare una donna pioniera dello sport, un'atleta che col suo talento e la sua determinazione ha scalfito tanti preconcetti della sua epoca, un esempio per le ragazze di oggi a combattere per realizzare i proprio sogni...qualsiasi essi siano.


Ondina Valla, nasce a Bologna il 20 maggio 1916. In realtà il suo vero nome è Trebisonda, datole dal padre in omaggio all'antica città turca Trapezunte, la città che ammirava che pensava contenesse tutte le meraviglie come doveva possedere la figlia.

Ondina in effetti si è rivelata una ragazza fuori dagli schemi. Unica femmina di cinque fratelli, la ragazza ai tempi della scuola si fece notare per le sue doti atletiche, la determinazione e la grinta.
A 13 anni era già considerata una protagonista dell'atletica leggera italiana, a 14 la prima convocazione in Nazionale.

Avrebbe dovuto partecipare alle Olimpiadi del 1932 a Los Angeles, ma il Vaticano si oppose fermamente. Venne giudicato sconveniente per una sedicenne attraversare l'Oceano con una squadra di soli uomini.

Ondina quindi dovette attendere altri 4 anni per poter partecipare ai Giochi Olimpici.
La sua grande occasione arriva con le Olimpiadi di Berlino in piena epoca nazi-fascista.
Il 6 agosto 1936 Ondina vince l'oro negli 80 m ostacoli, diventando la più giovane donna italiana a vincere un oro olimpico.
Il giorno prima Ondina in semifinale aveva stabilito il tempo di 11"6 omologato come record mondiale.

La carriera sportiva di Ondina non si ferma alle Olimpiadi, i suoi successi sono proseguiti negli anni dedicandosi anche a diverse altre specialità dell'atletica.
Il suo palmares registra 15 titoli nazionali, 3 titoli mondiali universitari per citare i più importanti, ma il valore di questa atleta non si vede solo dalle medaglie conquistate.

Ondina è riuscita a scalfire i tanti pregiudizi dell'epoca riguardanti lo sport femminile, la sua vittoria e la sua personalità fece si che il regime fascista si ammorbidisse verso la partecipazione sportiva femminile.

L'atleta rompe lo schema legata al modello maschile di popolarità sportiva diventando una beniamina del pubblico italiano, ribaltando la concezione di donne e sport in auge fino ad allora, riportata anche in un saggio di Edmondo De Amicis "La ginnastica per le ragazze ha anche i suoi inconvenienti, i maestri di ballo osservano che toglie la grazia e abitua a movimenti scomposti. Così i maestri di pianoforte dicono che quando tornano dalle palestre le signorine non sanno più suonare. Anche i professori di disegno si lamentano"


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