Il grande sforzo di alcune categorie di lavoratori; la richiesta da parte del Capo dello Stato di una maggior solidarietà internazionale; ma soprattutto ha colpito lo scenario in cui ha celebrato il Papa l'Urbi et Orbi (alla città, al mondo). Il Vaticano e la piazza deserti, il cielo minaccioso, lo scatto da dietro che mostra la desolazione del momento è più potente di ogni discorso o parola ed è già una immagine iconica di questo periodo drammatico.
Le parole del Papa però arrivano e sono incisive (sono da sempre distante dal mondo della Chiesa, ma non posso che apprezzare questo Pontefice). A proposito, prima che ci sia la solita lapidazione per il mondo ecclesiastico. Ecco un link dove si parla della donazione fatta: www.ilmessaggero.it/vaticano/coronavirus
“Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo trovati su una stessa barca fragili e disorientati, ma allo stesso tempo importanti e necessari, chiamati a remare insieme e a confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti. E ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo. Ma solo insieme. Nessuno si salva da solo".
Nella giornata di quasi 1000 morti l'importante presenza di due figure modello della nostra comunità.
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