mercoledì 5 febbraio 2020

Accertata la mancanza di dolo per Martina Caironi. L'atleta paralimpica potrà scendere di nuovo in pista dal 9 marzo

Sentenza comprensiva quella del TNA  di Roma nei confronti di Martina Caironi.

Comprensiva nell'accezione del termine "che ha umana comprensione verso.." avendo riconosciuto la buona fede dell'atleta.

Ricordiamo che Martina Caironi, atleta paralimpica plurimedagliata e recordwoman mondiale, era stata trovata positiva al clostebol CLICCA QUI per il post relativo alla sentenza.

Il TNA accogliendo la richiesta della Procura ha certificato la violazione del codice Wada, ma escludendo il dolo, l'atleta non ha voluto migliore la performance con l'uso di un farmaco/sostanza, ma è stata negligente  nel non aver controllato la confezione della pomata usata comunque solo a fine terapeutico.

Lo stesso Tribunale ha ridotto di otto mesi la pena della Caironi, permettendole così di poter tornare ad allenarsi in pista dal 9 marzo prossimo in vista dei Giochi paralimpici di Tokyo.

Lo sconto di pena è stato ottenuto grazie all'attiva collaborazione dell'atleta che ha permesso di accertare la violazione della normativa antidoping da parte del medico federale Mauro Guicciardi che ha prescritto la pomata senza verificare che fosse vietata. Il medico rischia oltre che alla squalifica anche il posto in Federazione; almeno questa la versione letta in queste ore sul Corriere.

«Ringrazio chi mi ha sostenuto e chi ha creduto in me, sono stati mesi difficili ma ora non vedo l’ora di tornare ad allenarmi e alle gare. È stata compresa la mia buona fede e la necessità di curarmi. Hanno prevalso rispetto delle regole e buonsenso. Desidero che questa vicenda che mi ha coinvolta non si ripeta con nessun’altro».   Queste le parole della Caironi dopo la sentenza.

Ora per Martina possono riprendere gli allenamenti, una strada che si presenta in salita per l'atleta bergamasca , in questi mesi non ha potuto frequentare le piste a lei interdette e la muscolatura dell'arto amputato si è ridotta così tanto da dover rimodellare le protesi da gara.





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