mercoledì 8 gennaio 2020

Signor Deandrea il fatto non sussiste. Canelli 4 mesi dopo

"Inadatto, inadeguato, improvvisato, superficiale, non professionale, non all'altezza della situazione, anche lui ci ha messo del suo".
Potrei completare più righe su quanto scritto su di me durante e dopo l'8 settembre per la mia attività di speaker alla 10 km di Canelli.

Ricordo perfettamente chi le ha scritte, dette o dettate ai giornali nell'immediato post gara, qualcuno anche ultimamente mi ha anche salutato con una pacca amichevole sulla spalla come se le stilettate fossero solo un afflato di vento che svanisce nell'etere, sui social e nell'aria di dove sono state pronunciate, ma non è così.

Ahimè non è proprio così e aldilà di quanto successo a Canelli l'8 settembre non dimentico chi ha affondato la lama a causa del nervosismo o peggio ha avuto amnesie improvvise. Non entro nel merito e come ho promesso a me stesso prima del 7 gennaio non commento la sentenza del tribunale (sportivo) federale che riguarda la mia posizione, non si fa quando si è parte in causa, si prende atto delle decisioni e ci si comporta di conseguenza. Si accettano, si subiscono, si fa eventualmente ricorso se non di gradimento oppure, come in questo caso, si ragiona e ci si sofferma per 24 h sulle parole sentite ieri.

"Per il Signor Deandrea il fatto non sussiste"

Già, il fatto non sussiste. Sono parole che nel loro insieme suonano come l'aria di un'opera lirica con le fasi rispettate in pieno: la quiete alla prima lettura per un crescendo in stile cavalleria rusticana nelle riletture successive.

Il fatto non sussiste. Già, eppure il sorriso non è tornato, non c'è un senso di liberazione, resta il peso di quanto sentito e mai realmente metabolizzato; da ieri però un po' di polvere dalle spalle me la sono tolta. Le accuse mosse, le parole scomposte finiscono direttamente in quella meravigliosa formula del "fatto non sussiste".

GRAZIE innanzitutto all'avvocata Giulia Boccassi che è stata da subito dell'idea che "ma non è possibile" e quel ma non è possibile si è tradotto in un lavoro certosino sulla ricostruzione della mia posizione con una disamina davanti ai giudici che non lasciava spazio ad interpretazioni diverse. Il "non entro nel merito" è sempre valido, le parole appena espresse sono il mio grazie e plauso a Giulia per il lavoro svolto e il piglio con cui ha affrontato l'udienza.

Grazie a tutti coloro che hanno usato parole di vicinanza in più occasioni e a chi sapendo dell'udienza di ieri anche solo con un messaggio si è fatto sentire per quel "ci sono" che non guasta mai; GRAZIE soprattutto ad Arianna e Leo per sopportare questa impegnativa avventura con il portale oltre ai su e giù emotivi.





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