lunedì 9 dicembre 2019

Il 6 dicembre è mancato il magistrato Mario Sossi, sequestrato nel 1974 dalle Brigate Rosse. La cura per superare il trauma? La corsa

Il 6 dicembre è mancato a Genova Mario Sossi, noto magistrato di cui si conosce soprattutto la triste vicenda del sequestro da parte delle Brigate Rosse.


Nel 1974 Sossi fu sequestrato da un gruppo di brigatisti per circa un mese e liberato in cambio della liberazione di 8 terroristi come contropartita.
Il procuratore generale presso la Corte d'appello Francesco Coco si rifiutò, però, di firmare l'ordinanza di scarcerazione e presentò ricorso in cassazione. Mario Sossi fu comunque liberato, Francesco Coco invece venne ucciso dalle Brigate Rosse nel 1976.

Questa è la parte più pubblica della vita di Mario Sossi, ciò che è meno noto è la vita sportiva del magistrato. Grazie a Giancarlo Vergellato ne sono venuto a conoscenza e da una ricerca sul web ho ritrovato uno scritto di Danilo Mazzone da cui emerge un breve ritratto del magistrato/podista.

Una passione quella della corsa che ha caratterizzato la  vita privata di Sossi e che è stata un viatico per superare il trauma del sequestro. Dopo la terribile esperienza della prigionia al magistrato era stata diagnosticata un'extrasistole e il podismo è stato il miglior metodo di cura.
Addirittura dall'entusiasmo del  ritrovato benessere fisico Sossi prese parte anche alla Torino - Saint Vincent e alla Genova- La Spezia, nel suo curriculum sportivo anche diverse maratone.

Sossi con il G.S. Alpini è stato l'ideatore della Stragenova. La corsa nata nel 1983 sul percorso Nervi Voltri riusciva a coinvolgere 6000 atleti con runner di altissima qualità.
Nel 1985 per esempio prese parte alla gara Orlando Pizzolato, fresco vincitore della Maratona di New York, che si piazzò solo al 4° posto tanto era alto il livello.

Il magistrato/runner ha continuato ad allenarsi fino ad alcuni anni fa, il suo rimpianto sportivo? Che moglie e figlie non seguissero la sua passione.

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