La città, le migliaia di persone, l'attesa per la major più veloce al mondo e l'elenco dei top atleti che sono sempre di livello mondiale, termine più che mai appropriato visto il momento storico, quello della rassegna iridata in corso di svolgimento a Doha.
Non mi nascondo. Non mi schiero con quelli che "lo sapevo che non era finito", le tante troppe occasioni in cui Kenesisa Bekele, l'immenso campione questo sì lo si deve dire sempre, è stato costretto al ritiro o ha realizzato crono al di sotto delle aspettative di tutti, anche le sue, erano talmente tante che il pensiero che non fosse più in grado di tornare in scena nella competizione mondiale come lo era stato nel recente passato era un fatto tutt'altro che astratto.
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10 maratone corse, 5 ritiri e l'ultimo crono significativo nella distanza regina delle corse su strada risaliva proprio a Berlino nel 2016. 2h03'03".
Chi non ricorda questa immagine di Amsterdam dello scorso anno?
Bekele però ha zittito tutti, anche il blogger della sagra dell'acciuga. L'araba fenice che risorge dalle ceneri è la metafora che più calza per l'occasione.
La gara è subito velocissima, ma Bekele pur essendo nel gruppo di testa, come successo in tante altre occasioni, accusa un calo e al 30° km sembra staccarsi, ma è solo il momento buio prima dell'apoteosi con una condotta di gara da manuale!
Negative split con la prima mezza in 61'05" e la seconda in 60'36", come solo i grandi campioni sanno fare!
Il finale di gara è mostruoso così come il crono: 2h01'41" a soli due secondi dal record di Eliud Kipchoge ed ovviamente 2° crono nella storia della maratona mondiale.
I PASSAGGI
5km 14'24"
10km 28'53" (14'29")
15km 43'29" (14'36")
20km 57'58" (14'29")
Mezza 1h01'05"
25km 1h1230(14'32")
30km 1h26:55(14'25")
35km 1h41:15(14'20")
40km 1h55:30 (14'15")
Finale 2h01'41" (media 2'53/km)
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