lunedì 22 luglio 2019

L'urlo silenzioso di Mack Horton. L'ovazione dei colleghi per un gesto simbolico che ci porta indietro nel tempo.

Domenica pomeriggio complicato per Bio Correndo.
Un pc acceso per gli aggiornamenti di fine mattinata, un secondo pc acceso per la diretta streaming da Boras dove erano in corso di svolgimento i campionati europei under 20 su pista e la tv accesa su rai sport per i campionati mondiali di nuoto.

Ogni tanto lo ricordo. Il mio sport è il nuoto e da over 30 ho scoperto la corsa. Ora inizio a prendere dimestichezza con i crono dell'anello da 400 mt, ma fino a poco tempo fa non avevo dubbi sulla bontà o sul flop di un tempo nelle distanza dello sport in piscina e molto meno con quelli in pista. Sono cresciuto con Matt Biondi, Giorgio Lamberti e i successivi fantasmagorici aussie.

I balzi sulla sedia ieri pomeriggio sono stati molteplici. La pista svedese ha portato solo ieri medaglie a ripetizione dalla Iapichino alla Battocletti, dalla staffetta 4x100 maschile alla giavellottista. Insomma ce n'è stato da spellarsi le mani, ma...

Ma in un attimo mi sono sentito uno spettatore delle olimpiadi di Città del Messico 1968, quando Tommie Smith e John Carlos tesero al cielo e al mondo il pugno guantato di nero. Un simbolo e un gesto che ancora oggi riecheggia per la sua forza.

Cosa è successo però nei mondiali di nuoto?

E' successo che i 400 metri maschili sono stati vinti dal chiacchieratissimo Sun Yang. La prima gara con titolo mondiale è subito da copertina di tutti i giornali sportivi del mondo. Il cinese è stato squalificato per 3 mesi nel 2014 per doping, ma non è questo il fatto. Nelle settimane scorse ha fatto molto clamore l'accusa rivolta a Sun Yang o al suo staff presente al controllo, di aver distrutto a martellate le provette in un test antidoping. Proprio così, distrutte a martellate!

La segnalazione della Wada ha avuto una reazione timida della Fina che nella sostanza non ha preso provvedimenti, lasciando impunito il cinese permettendogli così di partecipare ai mondiali. L'agenzia internazionale non ci sta e presenta appello. Il TAS dovrà esprimersi a settembre.

Fin qui la cronaca premondiale.

Il responso della piscina dice che il secondo classificato è l'australiano Mack Horton. Unico atleta in passato a battere Sun Yang e da qualche anno suo fervido antagonista per il passato poco chiaro. Alla cerimonia di premiazione si presenta, ma non sale sul podio. Non vuole condividere lo stesso momento con chi ritiene giocare sporco. Non si avvicina per la foto, rimane staccato nel giro d'onore in piscina. Il suo gesto, la sua protesta silenziosa è stata per contro un URLO forte al mondo che lo stava guardando.

Gabriele Detti, l'italiano arrivato 3° dichiara a Elisabetta Caporale che Horton gli avrebbe chiesto di fare lo stesso, di non salire sul podio, ma Detti ha fatto una scelta diversa. Le sue parole pressapoco sono state "Ho lavorato tanto per salire sul podio che volevo esserci". Comprensibile in parte, ma Horton è diventato il Don Chisciotte 2019, il Tommie Smith della vasca, il Mack Horton che tutti d'ora in avanti ricorderemo e per chi la pensa come lui l'esempio di chi sa protestare in un momento particolare della propria vita.

La standing ovation arriva poi dalla mensa del villaggio. Un altro momento cinematografico. Gli atleti che al suo ingresso si alzano e non solo lo applaudono ma si alzano in piedi. Un mix di tributo e di "L'attimo fuggente". Il Capitano, non quello dei porti chiusi, ma quello impersonificato da Robin Williams "Capitano o mio capitano"

Un momento storico consumato in pochi lunghi istanti. Io c'ero, io l'ho visto e decidete voi a chi associarlo. Don Chisciotte? Il Capitano? Tommie Smith?

Io c'ero, io l'ho visto e mi sono subito sentito Mack Horton!


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