mercoledì 12 giugno 2019

Il mondiale trail secondo Fulvio Massa. Il talento di Puppi, De Gasperi? Un campione indiscusso. Le scelte fatte e il progetto Italia

Sabato è andata in scena la rassegna iridata del mondo trail.
La vittoria inglese con Jonathan Albon, quella francese con Blandine L’hirondel e il dominio dei transalpini come nazione sia in campo maschile sia in quello femminile.

L'Italia? A taccuino il 4° posto di Francesco Puppi e il 6° di Silvia Rampazzo. Il sito Corsa in montagna non è proprio benevola nel commentare la spedizione azzurra fatta eccezione per la prestazione di qualche singolo.

Uno scambio con Fulvio Massa presente in Portogallo e guida tecnica della nazionale di trail l'occasione per un approfondimento.

Un colpo d'occhio sulla manifestazione. Che mondiale è stato? Lo avevi immaginato così?

Sì, lo avevo immaginato esattamente così con una elevatissima intensità confermando il trend degli ultimi anni. Nel trail c'è un innalzamento dell'asticella della performance evidente, ma non solo a livello assoluto, ma anche in quella media dei partecipanti. Gli organizzati e la Itra considerava che il percorso sarebbe stato completato dal 1° in 3h45', invece l'inglese ha chiuso con 10' di vantaggio sul tempo previsto e in quei 10' ci sono altri 10-12 runner. La verità è che il valore degli atleti e l'intensità di gara è cresciuta e in classifica 20-30 forse anche 40 atleti sono atleti di grande qualità.

Una considerazione che forse non è pertinente. Il 1° e il 4° uomo arrivano dalla corsa in montagna. E' questo il futuro del trail di livello? 

Non è errata come valutazione. La Corsa in montagna e il Trail Running stanno per diventare un'unica federazione. Mountain and trail running si chiamerà. Tornando alla domanda considera che il Trail corto e la corsa in montagna lunga sono sovrapponibili: 44 km - 42 km e in questo mondiale abbiamo portato diversi atleti della corsa in montagna.


E la spedizione italiana? Tornare a casa senza medaglie può essere considerata una sconfitta? "Corsa in montagna" non ha espresso un commento benevolo sul risultato di squadra.

Lo capisco, ma i puristi della corsa in montagna non si rendono conto che il livello della trail è maggiore. L'Italia nella corsa in montagna up&down e nelle distanze brevi va sempre a medaglia, siamo in vetta del mondo della specialità, in Portogallo avevamo 4 campioni mondiali di corsa in montagna, ma non è bastato e nel mondo del trail running c'è una maggiore qualità.

Siamo arrivati quarti su 53 nazioni con Luca Cagnati che con una caviglia gonfia come un palloncino ha fatto quello che ha potuto e se alla vigilia mi avessero detto che Marco De Gasperi sarebbe arrivato 15° non ci avrei creduto. I minuti che mancano alle loro prestazioni ci avrebbero permesso di salire sul podio come team.

Ecco, proprio "Dega" è forse l'atleta, il campione che ci aspettavamo di vedere battagliare almeno per un posto sul podio.

Marco non è stato bene, ha avuto la febbre nei giorni precedenti e ha avuto difficoltà a riposare. In una gara come un mondiale devi essere al 110%, al 100% non basta. E' un campione, ha stretto i denti, uno come lui poteva anche non partire non essendo nelle migliori condizioni di forma e invece ha sofferto, ha dato tutto quello che poteva e dopo il traguardo si è fermato a dare pacche sulle spalle a chi arrivava. Lui, insieme a pochi altri al mondo, non deve dimostrare nulla, è un campione che non si discute.


E Francesco Puppi? Nella scaletta che mi sono fatto c'era un commento sulla sua gara, su quella medaglia di legno, poi però ho letto il suo report e direi che non c'è altro da aggiungere. Discovery Puppi

Ha un grandissimo talento e ha una capacità di corsa strepitosa. Qualcosa da aggiungere però c'è. Lui non lo ha detto, ma è arrivato al mondiale senza nessun lungo nelle gambe. Ha corso solo un 37 km in allenamento. La causa? Un infortunio in inverno, 2 mesi per una lesione muscolare e considera che al Maremontana del 31 marzo, Francesco non aveva ancora corso nel 2019.

Con il senno di poi le scelte fatte sono quelle corrette? Anche il criterio di qualificazione? Le critiche su qualche convocazione mancata ci sono. Elisa Desco su tutte

Rifarei le stesse mosse, le stesse convocazioni. Il mondiale 2019 è partito a novembre dello scorso anno. Sono andato in Portogallo, ho provato il percorso, ho costruito un road book, l'ho fotografato e ho trovato un percorso (il Maremontana) che rispecchiasse il percorso iridato. La qualificazione è una questione di meritocrazia. Il più forte è dentro.

Elisa Desco però il Maremontana l'ha vinto...

Elisa aveva altri programmi rispetto al Mondiale. Lei e Silvia Rampazzo sono al momento il meglio del trail italiano. Il progetto della nazionale prevede una condivisione del lavoro e delle gare, non tutti sono disposti ad accettarlo, senza fare nomi, ci sono atleti di primo piano che hanno deciso di non esserci alla prova di qualificazione o ci sono arrivati con nelle gambe impegni faticosi. La nazionale è progettualità e professionalità, è così che l'abbiamo impostata.

Un'ultima domanda. Il progetto Italia nel mondo trail prosegue con quale direzione?

Innanzitutto con i campionati italiani a fine luglio. Nel 2020 non ci sarà il mondiale e nel 2021 avrà luogo il primo evento mondiale di validità assoluta. Sarà gestito interamente dalla Iaaf con un format totalmente diverso. Sarà una grandissima manifestazione di rilievo internazionale, un unico evento con 5 gare diverse con la fusione del trail e della corsa in montagna come detto in precedenza. Non è ancora stata designata la sede, ma sappiamo che le 5 gare saranno:

1) Trail lungo di 85/90 km
2) Trail corto di 42 km
3) Corsa in montagna classica up&down di 15/20 km
4) Il km verticale
5) La staffetta

Tutti i maggiori interpreti della corsa sui sentieri saranno radunati in un'unica settimana di gare nello stesso palcoscenico.


Foto: Marco Gulberti





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