sabato 27 aprile 2019

Il caso Trieste approda in Parlamento. La Fidal attiva la Procura Federale. Il caso e il video della discordia

AGGIORNAMENTO ore  20.35
IL COMUNICATO DEL DIETROFRONT

Il caso Trieste è sfuggito di mano ed è sfuggito di mano, a mio modesto e insignificante parere, perchè non si è letto il pensiero degli organizzatori.
Non credo nemmeno sia un difetto di comunicazione, ma un bug nel mondo dell'era dei social.

Un titolo che parla di razzismo è i socialnaviganti si scatenano additando questo o quello per un fatto o delle parole non dette. Ho letto il sito dell'Ansa, ho letto i quotidiani, non ho letto blogger da 4 soldi come Bio Correndo che non hanno alcuna ufficialità e autorevolezza.

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Il caso Trieste si diceva. L'Ansa riporta le parole di Fabio Carini, il presidente della Apd Miramar che promuove la mezza maratona di Trieste (Trieste Running Festival) del 5 maggio.

"Basta mercimoni. Quest'anno abbiamo deciso di prendere soltanto atleti europei per dare uno stop affinché vengano presi dei provvedimenti che regolamentino quello che è attualmente un mercimonio di atleti africani di altissimo valore, che vengono semplicemente sfruttati e questa è una cosa che non possiamo più accettare" e ancora...  "troppi organizzatori subiscono le pressioni di manager poco seri che sfruttano questi atleti e li propongono a costi bassissimi e questo va a scapito della loro dignità, perché molto spesso non intascano niente e non vengono trattati con la giusta dignità di atleti e di esseri umani, ma anche a discapito di atleti italiani ed europei che chiaramente rispetto al costo della vita non possono essere ingaggiati perché hanno costi di mercato". "Mi spiace se qualcuno se l'è presa - commenta ancora Carini - hanno preso una cantonata mostruosa. Ora è il momento che da questa Trieste, città multiculturale, si dica basta allo sport che non è etico". "Il nostro obiettivo è che questo non rimanga un fatto isolato ma che si cambi le regole".

La scelta dunque di non ingaggiare atleti africani sarebbe una mossa razzista, certo se non ingaggiassero altri atleti ("prendere atleti europei" potrebbe significare questo) avrebbe avuto più senso, ma NON è stato impedito ad atleti africani di gareggiare, ma che NON saranno invitati o non verranno accettate le richieste dei manager/procuratori dei big degli altipiani o dell'Africa del fondo e del mezzofondo, nessun cache dunque con la motivazione di un presunto sfruttamento ai danni degli atleti stessi. Chiaro che quanto denunciato da Carini merita un approfondimento circostanziato con nomi e fatti precisi per dare forma e sostanza alla tesi messa in campo.

Resta un principio di fondo. NON è stato impedito a nessuno di gareggiare, l'errore? Sbandierare ai 4 venti la scelta. Propongo una riflessione e di alcuni casi ne sono testimone, uno anche vanto (GIUSTAMENTE) degli organizzatori.

Quante telefonate ricevono gli organizzatori da atleti o manager di atleti africani, europei senza distinzione, per cercare un ingaggio o un rimborso spese e gli organizzatori dicono di no?! E' razzismo o scelta della singola manifestazione di non elargire denaro se non quello previsto dal regolamento per i vincitori?

Intanto però il fatto è davvero scappato di mano, poco fa ho ascoltato un servizio a Rai News 24, il caso è arrivato in Parlamento e la Fidal è stata costretta a fare la propria mossa tramite la procura federale.

Alfio Giomi a Rai News 24 dichiara: "Un caso molto strano, cercheremo di capire cosa sia successo" ... " Io non ne sono a conoscenza di questo mercimonio, se ne fossi stato a conoscenza avremmo messo in campo la procura federale"... "Entro martedì ci sarà una risposta della Procura, già questa mattina il procuratore ha preso in mano il caso"

IL COMUNICATO FIDAL

Procura federale al lavoro per accertare i fatti ed eventuali violazioni commesse da società affiliate o da tesserati FIDAL

In riferimento alle notizie di stampa e alle successive polemiche relative alla Mezza Maratona di Trieste, la Federazione Italiana di Atletica Leggera informa che la Procura federale ha immediatamente aperto un’inchiesta volta ad accertare i fatti ed eventuali violazioni alle proprie norme e regolamenti commesse da società affiliate o da tesserati FIDAL.








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