martedì 7 novembre 2017

Orgoglio italiano a New York parte 2^. L'intervista a Tito Tiberti

L'intervista a Tito Tiberti l'ho anticipata sui social. Non dovrei dirlo, ma sono davvero soddisfatto di quello che è proposto in questa pagina.
Ho inviato le domande a Tito via messenger nella sua notte newyorkese di domenica e nella mattinata italiana. Il cappello iniziale è doppio. Uno per presentare lo scambio tra Bio Correndo e l'allenatore di Francesco Puppi e di Gloria Giudici  e l'altro una sorta di bignami sull'intervistato.

Tito Tiberti, dalle scienze sociali per la cooperazione allo sviluppo fino alle professioni in ambito sportivo, sulla scorta di una passione per l’atletica nata con papà ai tempi delle scuole medie. La prima gara — neanche a dirlo — una corsa in montagna nel paese natale Sarezzo, in provincia di Brescia. Poi però l’atletica “decente” l’ha fatta su pista e in strada: discreto siepista da giovane, diecilametrista e maratoneta da adulto.

Un fine settimana ricco di emozioni. Partiamo però dalla conclusione. Da allenatore sei soddisfatto delle prove dei tuoi atleti? Sono stati rispettate le tabelle di marcia?

I Five Boroughs di New York non sono amici del cronometro tra ponti e stradoni esposti al vento. Ciò premesso sono contentissimo di Gloria (ladies first) e Francesco. In primis perché trovarsi tra gli élite in una maratona così importante è un privilegio ma anche un enorme carico di emozioni da gestire, poi perché hanno onorato il lavoro durissimo fatto in una stagione molto lunga anche in montagna, infine perchè — sebbene valgano crono più “leggeri” su un percorso agevole — hanno comunque offerto il meglio che potevano pretendere da se stessi nella mattina di gara del 5 novembre: Gloria al personale con 2h47.30 e Francesco ad un confortante debutto in 2h25’. A chi mi ha chiesto cosa mi aspettassi da Puppinho ho risposto: “2h23’, anche se non mi stupirei se facesse meglio”. Ha corso un po’ più piano ma non importa, forse non c’erano le condizioni (questo dicono le prestazioni “medie”) e poi la maratona è maestra severa. Con un 19° posto di Francesco e un 28° di Gloria torniamo a casa pienamente appagati. Mi permetto una nota di merito in più per Gloria, che ha corso “da sola” con le élite e nonostante ciò ha corso con una regolarità straordinaria. Comunque abbiamo ancora strada da fare, senza montarsi la testa…

Gloria Giudici, Francesco Puppi. Due nomi di peso, ma non nel mondo della strada. Come mai la scelta di questa avventura nella maratona? La scelta è stata tua o un loro desiderio?

Gloria nasce stradista, si sta ritagliando spazi più importanti mese dopo mese. Negli ultimi due anni ha “limato” quasi 6’ al personale in maratona e 4’ sulla mezza. E’ un’onestissima lavoratrice, chiaro che non abbia il “talento pazzesco” delle atlete degli altipiani ma abbiamo ancora margini… la corsa in montagna è arrivata quasi per caso, una scommessa mia che l’ho “forzata” a correre una prova di sola salita e che ha fruttato la maglia azzurra. Da lì nuove motivazioni e consapevolezze.
Francesco ha fatto tutto in atletica, nella sua pagina “FIDAL” si trovano prestazioni da ragazzino in quasi tutte le specialità. E’ un innamorato del track and field che sin da “pulcino” ha sognato la maratona. E’ la sua gara, il suo momento di realizzazione sportiva, quello per cui le sue doti lo portano a “sentire di esistere”. In maratona non raccoglierà i risultati eccelsi della montagna, ma troverà un Sè atletico affascinante e forte che lo terrà “in alto” nel mountain running. D’altra parte eccelsi atleti di montagna non possono essere lenti nella corsa: “Correre” rappresenta i fondamentali anche del montanaro…

PB per Gloria e crono davvero interessante per Francesco all'esordio. Li conosci dal punto di vista atletico meglio di chiunque altro, hanno rispecchiato il loro valore sulla distanza? 

La risposta a questa domanda l’avete già letta, approfitto per estrarre dal cilindro dei numeri ipotetici. Su un percorso scorrevole, clima buono e compagnia (non dico pacemaker, ma almeno compagnia di altri atleti per 3/4 del percorso) scommetterei 2h20’ per Francesco e 2h45’ per Gloria. Ma c’è tempo per fare anche meglio.

Francesco poi subito tra gli elite, ha sentito il carico emotivo o caratterialmente riesce a gestire le emozioni? New York è pur sempre New York!

A dire la verità anche Gloria ha corso con le élite, insieme alle due più forti Sara (Dossena) ed Emma (Quaglia). Gloria mi pare più riflessiva prima delle competizioni, guarda a sé e sa quel che può permettersi di fare (d’altra parte ha esperienza in più). Francesco vive più “di pancia”: dopo aver passato del tempo fianco a fianco con Kipsang, Kamworor, Lilesa, Keflezighi, Flanagan, Keitany (etc…) sembrava camminasse sospeso a due palmi da terra.
Il carico emotivo ha comunque pesato per entrambi, nel bene (esaltazione!) e nel male (farfalle nello stomaco…), ma mi pare che se la siano cavata.

Da atleta di valore ad allenatore. E' cambiata la tua mentalità, il tuo modo di vivere l'Atletica? E soprattutto come vivi questa tua esperienza da coach?

Da atleta ero bravino, nessun risultato davvero eclatante ma mi sono sempre allenato come “quelli veri”, vivendo sulla mia pelle ed elaborando quello che dovrebbe essere l’impegno di un professionista. Sono stato curioso e ho cercato di carpire informazioni di sostanza dai tecnici che mi hanno seguito. Poi ho studiato un po’, per evitare di cadere nella tentazione di proporre ricette magiche frutto di… niente (dico niente perchè l’esperienza da sola non basta)! Last but not least, anni a fianco di Massimo Magnani qualcosa mi hanno pur insegnato.
La mentalità non è cambiata: mi piace l’agonismo, mi piace vincere e farlo in modo non banale. Mi piace vincere e lottare, ma non prevaricare: l’avversario sul campo è un fratello.
I ragazzi che seguo in questo senso mi regalano emozioni incredibili: sono bravi, migliorano col lavoro costante ed esemplare ma — soprattutto — sono umani. E’ molto più bello fare sport in un orizzonte valoriale limpido.

I Grandi, ma anche chi lotta nella pancia del gruppo, chiusa una avventura ne pensano e ne programmano un'altra. Si ritorna al trail e alle corse in montagna? Quale sarà il prossimo palcoscenico internazionale dove vi vedremo all'opera?

I ragazzi non si fermerebbero mai. E’ mio dovere preservarli e fermarli per un periodo di rigenerazione. Due o tre settimane di “vacanza sportiva”. E poi si costruisce la nuova stagione: per entrambi un ritorno a distanze più brevi, lavoriamo sui punti deboli per diventare ancora più forti sui “punti forti”. Corse campestri, poi piedi anche in pista e verso l’estate corsa in montagna su distanze classiche (per Gloria sola salita, per Puppinho anche up&down). E alla maratona si torna in autunno, per pestare forte!

Grazie Fausto, a presto!

Per chiudere fate un salto per una donazione del progetto solidale sposato: I BAMBINI DI ORNELLA

Grazie a Tito e complimenti per quello che avete fatto e state facendo per l'Atletica Leggera Italiana.

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