Qualche scambio di mail con Ilaria, la moglie di Orlando Pizzolato, per l'iniziativa a scopo benefico Runners&Writers a cui ho aderito e la faccia tosta, la mia, nel chiedere se Orlando fosse disposto a partecipare alla rubrica -Gli allenatori rispondono - e in pochi giorni, nonostante i suoi numerosi impegni, alla mia casella mail arrivano la risposte.
Chiaramente senza il percorso sportivo come richiesto agli altri perchè altrimenti ci sarebbe voluta una pagina solo per quelli, ma wikipedia ne fa un sunto e ne rende merito: wikipedia.org/Orlando Pizzolato e su www.orlandopizzolato.com il suo sito. Ma ecco l'intervista al O.P. allenatore:
Chiaramente senza il percorso sportivo come richiesto agli altri perchè altrimenti ci sarebbe voluta una pagina solo per quelli, ma wikipedia ne fa un sunto e ne rende merito: wikipedia.org/Orlando Pizzolato e su www.orlandopizzolato.com il suo sito. Ma ecco l'intervista al O.P. allenatore:
D) Da
quanti anni alleni? E come è scattata l’idea di mettersi in gioco come
allenatore?
R)
Dal 1992. Alla fine degli anni '90 ero in contatto con alcuni maratoneti, miei
colleghi ed ex colleghi, che avevano terminato la carriera agonistica e si
erano dedicati alla divulgazione della corsa. Tra questi l'americano Jeff
Galloway ed il francese Bernard Faure. Quest'ultimo, mi aveva ospitato per un
periodo a casa sua, nel Perigeux dove organizzava da qualche tempo degli stage
di allenamento per francesi. La sua proposta era però molto vacanziera più che
tecnica.
D) Qual è
il tuo target (giovani-master) di atleti? Chi stai seguendo attualmente?
R) Seguo
essenzialmente corridori amatori italiani, ed anche italiani residenti
all'estero. L'età media è di 40-45 (43%), ed una buona parte (27%) è compresa
tra 35 e 40 anni. Anche tra i 45-50 anni ho una discreta presenza (16%).
Mancano invece i giovani (meno del 2%).
Il podista
più veloce che alleno corre la maratona in 2h28'.
D) Nella
stesura di un ciclo di allenamenti segui delle linee guida/principi ben
delineati o vengono modellati a seconda del periodo e dell’atleta?
R)
Basilare è la programmazione, ma è poco realizzabile perchè le gare a cui gli
amatori partecipano sono tante ed è difficile strutturare la preparazione in
senso classico. Piuttosto mi sono adattato io alle esigenze del corridore - nel
senso che - in relazione agli obiettivi da perseguire, sviluppo una struttura
degli allenamenti che vada ad ottimizzare il potenziale dell'atleta.
D)
L’approccio psicologico è oggi sempre più considerato, quale importanza riponi
sulle capacità mentali dei tuoi atleti? Li alleni anche sotto quel profilo?
R) Non ho
frequenti contatti diretti con gli atleti che alleno, ma sono invece in
contatto praticamente quotidiano via telematica, con gli aggiornamenti degli
allenamenti svolti. Nonostante ciò ho sviluppato la capacità di riconoscere i
punti deboli (a livello mentale) che pongono un ostacolo all'evoluzione
fisiologica e tecnica. Per questo motivo appronto sedute di allenamento che
indirettamente pongono l'atleta al confronto dei propri limiti. Inoltre,senza
che l'atleta sia ovviamente consapevole, si trova ad affrontare test di
verifica utili per incentivarlo a procedere con il conseguimento dell'obiettivo
tecnico mentale proposto.
D) Nella tua esperienza è più determinante un
atleta talentuoso o uno determinato con meno qualità e quale importanza dai al risultato ottenuto?
R) Nel secondo caso è più
facile procedere con la proposta tecnica perchè l'atleta cerca di esprimere il
meglio da sé stesso. L'atleta talentuso a volte fatica a considerare gli
allenamenti come una forma necessaria per procedere nell'evoluzione tecnica, ma
se adeguatamente stimolato e motivato è in grado di agganciarsi con disciplina
alla necessaria proposta tecnica.
Il conseguimento del
risultato ricercato è certamente rilevante perchè funge da gratificazione per i
sacrifici sostenuti. Purtroppo però le gare lunghe, ed in primo luogo le
maratone, sono condizionate dagli elementi ambientali e non sempre si è in
grado di ottimizzare il rendimento quando il contesto in cui si corre è
favorevole e non sempre il mancato rendimento viene inteso come un fattore
fisiologico e naturale e non come una sconfitta.
D) Qual è
la tua impostazione nell’allenare un giovane rispetto ad un master? Quali
differenze di stimoli devono necessariamente esserci?
R) Con i
giovani non è necessario ricercare proposte tecniche elaborate e sofisticate,
in grado di forzare situazione fisiologiche che con i master di solito sono
invece più limitanti.
Con i
giovani è più semplice puntare all'aspetto tecnico del gesto della corsa, sia
perchè la conformazione fisica lo consente meglio, sia perchè percepiscono che
l'aspetto tecnico con maggior stimolo. Per i master invece la tecnica di corsa
è più difficile da ricercare, sia per le limitazioni fisiche indotte dai
cambiamenti dei tessuti del corpo conseguenti all'invecchiamento, sia perchè la
corsa è un elemento di svago dalla propria quotidianità e vissuto quindi con
meno imposizioni tecniche.
D) Se per
un master è normale allenarsi in solitudine, quali sono i vantaggi di un
allenamento collettivo e come viene organizzato in un gruppo eterogeneo di
atleti?
In questo ambito
non ho dirette esperienze con i giovani. Noto però che anche i master
beneficiano dello stimolo conseguente alla corsa in compangia. Negli stage che
organizzo propongo allenamenti tecnici da correre in gruppo, ed il supporto/confronto
che deriva dall'essere coinvolto assieme ad altri, determina una maggior
predisposizione all'aumento del carico di allenamento.
D) C’è un
consiglio che ti sentiresti di dare a chi quotidianamente calza le scarpe per
allenarsi?
R) non
perdere mai il punto di vista che la corsa deve essere un elemento piacevole e
divertente, non solo stanchezza e fatica, anche se correre implica
necessariamente un confronto con questi due elementi. Quando si esce dalla
porta di casa, o dello spogliatoio, si deve avvertire la voglia di affrontare
ciò che si ha in programma. Si dovrebbero quindi programmare gli allenamenti su
una base di piacere, o quanto meno di stimolo.
D) Una
delle domande ricorrenti che mi sono arrivate è sulla richiesta economica. Qual
è il costo per farsi seguire te?
Inizialmente
la proposta temporale minima di una programmazione è trimestrale, necessaria
per fare delle verifiche in relazione alla proposta. Il costo è di 120€. A
seguire, e per periodi più lunghi, il costo diminuisce. Ma avendo una richiesta
in aumento del 10% annuo, e non potendo gestirle tutte, i costi potrebbero in
futuro aumentare.
Grazie a Orlano e Ilaria, per me è un onore avere potuto chiudere la rubrica con un figura così emblematica e carismatica dell'ambiente podistico.
Nella foto di copertina insieme alla nostra Valeria Straneo che come tutti sanno è allenata da Beatrice Brossa, ma come unione territoriale ho deciso di associare al post di oggi i due.
Grande Fausto, sei sempre più un fenomeno! Hai aggiunto un altro mostro sacro alla collezione e le domande che gli hai posto sono proprio quelle che gli avrebbe fatto il generico podista curioso. Grazie del contributo e continua così, complimenti!
RispondiEliminaGrazie Mario!
EliminaBel colpo Fausto complimenti!
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